venerdì 30 novembre 2012

Metro C: Stop, il comune è moroso.

Bisognava arrivare all'interruzione dei lavori, alla protesta e allo scontro per scoprire qualcosa sullo stallo dei cantieri metro C da San Giovanni al Colosseo. Cantieri inspiegabilmente assenti nonostante risuonino da due anni proclami dell'imminente apertura. Cantieri la cui assenza non solo significa il posto di lavoro a rischio per tutte le maestranze coinvolte finora ma anche quel ritardo infrastrutturale che i romani pagano tutti i giorni in termini di tempo perso nel traffico, di appuntamenti saltati, di smog e stress. Ecco dunque cosa è emerso durante lo sciopero di oggi:

 "Ci hanno detto che per la tratta T3 San Giovanni-Colosseo la copertura c'e' - spiega Remo Vernile, della Feneal Uil di Roma - perché il Cipe il 5 settembre ha deliberato lo stanziamento di 792 milioni di euro. Il problema e' che Roma Metropolitane, cioe' il Comune, deve prima riconoscere a Metro C, il costruttore, un importo di 157 milioni di euro per costi aggiuntivi nelle tratte gia' cantierizzate, cioe' le nuove norme antisismiche dopo il terremoto dell'Aquila e i maggiori costi per lo smaltimento delle terre di scavo. Cosa che ancora non avviene. Il Comune ha stipulato un mutuo per pagare questa somma, ma il Cipe deve esprimersi, e malgrado il sindaco abbia scritto piu' volte al comitato, ci e' stato detto, ancora tutto tace". Senza questi soldi, che di fatto hanno anticipato i privati che costruiscono la linea C, i cantieri si fermano: "La nuova tratta e' finanziata ma non ancora contrattualizzata - spiega il sindacalista - Roma Metropolitane ha presentato una bozza di contratto a Metro C, che pero' sta valutando e tergiversando perché aspetta per l'appunto i soldi pregressi".

In sostanza una mera causa burocratica. Colpevole manco a dirlo il Comune. Il mutuo per pagare il costruttore infatti è stato chiesto solo adesso, dopo l'attesissima approvazione del bilancio di previsione 2012 e il conseguente assestamento di bilancio. Nella nostra capitale fantozziana infatti le spese per l'anno corrente si approvano quando l'anno è finito. Stavamo anche rischiando il commissariamento per questo. E ora fanno anche la parte di quelli che hanno salvato i cantieri. Sperando che almeno un poco di vergogna germogli negli animi di questa amministrazione ci auguriamo che la situazione si sblocchi quanto prima.

giovedì 29 novembre 2012

Perché il centro è invaso dalle auto nonostante la ZTL?

Ve lo siete mai chiesto? Come è possibile avere il centro storico perennemente intasato, con le strade ridotte a code di lamiera, l'aria irrespirabile e ogni pertugio violentato da sosta abusiva se in teoria quasi nessuno vi può entrare? Quasi, per l'appunto. E finalmente sono emersi un po' di numeri.
40.000 i permessi, come se tutti gli abitanti di Ladispoli circolassero quotidianamente nella ztl. Solo un terzo ai residenti. Gli altri a milioni di categorie diverse. Commercianti, ministeriali, dipendenti pubblici, ambasciate, auto blu, politici vari, polizia, esercito, finanza, banche, alberghi, scuole. Ovviamente poi nonostante non tutti i permessi consentano la sosta è auto evidente che nessuno controlli. E il gioco è fatto. La "fame" di auto è così grande che qualche vigile più smaliziato ha pensato bene di cominciare a vendere falsi permessi. Dove ci sono lacune di legalità è sempre la modalità mafiosa ad avere il sopravvento. Ai 40.000 permessi legali quindi è lecito sommare un consistente numero di vetture abusive. E' chiaro dunque che la ZTL non è più una risposta soddisfacente ai problemi di traffico nel centro storico. Problemi che solo una seria politica di pedonalizzazioni, potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità ciclabile, parcheggi nei nodi di scambio e dissuasione della sosta selvaggia possono risolvere.

mercoledì 28 novembre 2012

Buon Compleanno Nuova Tiburtina!


Esattamente un anno fa Moretti, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi inauguravano la nuova spaziale stazione ponte di Roma Tiburtina, cuore di un vasto progetto di riqualificazione che avrebbe coinvolto l'intero quadrante est della città, con la vecchia tangenziale abbattuta, parcheggi, servizi, parchi, ponti pedonali. Ad oggi di tutto ciò non c'è traccia. La stessa stazione è una cattedrale vuota, abbandonata e già cadente. Inizia il nostro viaggio per capire cosa si cela dietro il mistero di questa faraonica opera incompleta. Cominciamo con le impressioni di una assidua frequentatrice:

"Alla stazione tiburtina è impossibile arrivare in macchina, non c'è un parcheggio, non c'è possibilità di accostarsi. Quei pochi posti abusivi in cui è possibile abbandonare la macchina si trovano al buio, sotto la tangenziale e sono presidiati h24 da dei parcheggiatori altrettanto abusivi con facce tutt'altro che raccomandabili. Voci dicono che ci sia un parcheggio sotterraneo a pagamento, ottimo ma dove? Come ci si arriva?  [Il parcheggio sotterraneo da 400 posti sul lato Pietralata è finito ma ancora chiuso N.d.R.]. Perché farsi queste domande del resto, siamo giovani, vogliamo costruire un mondo migliore quindi prendiamo i mezzi pubblici. Sì, ma se devi prendere un treno da Tiburtina verso le sei di mattina e abiti fuori dal GRA il tempo per raggiungere la stazione potrebbe essere più lungo del viaggio per raggiungere la vostra meta. In medio stat virtus, prendo la macchina fino a Monti tiburtini dove la parcheggio in una via ancora illuminata da due provvidenziali cornetterie notturne; prendo la metro e finalmente raggiungo la stazione! Salita nell'atrio aperto [nomentano N.d.R.] rischio subito lo scivolone sul mattonato bagnato dalla brina e dall'umidità del buio. Per fortuna rimango in piedi e mentre cerco di avvicinarmi al cartellone con le partenze mi rendo conto che in una vastissima area della corte i pannelli della pavimentazione sono smossi e traballano passandoci sopra! Fuggendo dal malfermo pavè mi dirigo verso una delle due fonti di luce, la famigerata Casa Italo, in cui dei giovani in divisa sono gli unici esseri umani a presidio della stazione, offrendo riparo ai viaggiatori. "Scusi, a che ora apre il bar?" domando. "Beh, di solito verso le sei, ma fa un po come vuole...". Finalmente i 3 baristi decidono di aprire e la folla di persone che si era accalcata davanti si riversa in quel luogo a dir poco squallido, un bar con un'atmosfera estremamente triste, che da l'idea di scarsa igiene solo a guardarlo da lontano, idea confermata poi dalle mosche che girano sulla montagna di cornetti e ciambelle ammassati in un vassoio e da un inquietante cartello appeso sulla porta che recita: "Dalle 11.30 alle 12.00 chiusura per pulizie"! Rinuncio al cornetto e alla dissenteria e decido di farmi un giro nella stazione vera e propria, la "piastra". 'Ci sarà sicuramente un bar migliore nella parte nuova' penso piena di speranza. Salgo le scale mobili e mi ritrovo nell'immensa, lussureggiante, bellissima, luminosa landa desolata. Mi giro intorno, non c'è nulla. Non un bar, non un giornalaio, non un tabaccaio né una sala d'attesa. I locali deserti, i bellissimi globi gialli già impolverati, ancora con lavori in corso ma già pienamente esposti ai danni dell'usura. Qualche raro passante cerca il binario, non si sa da dove viene ne dove va, dato che le scale mobili verso le banchine sono quasi tutte sprangate. Ancora una volta quell'unica luce, la stella del mattino: Casa Italo, piena di scritte luminose, touch screen e poltrone per riposarsi, quasi ridicola in quell'immenso spazio vuoto in cui non passa nessuno. Riscendo tristemente e non senza difficoltà nella piazza ipogea per poi recarmi al binario 16. Attraversato il lungo corridoio mi fermo in prossimità del binario per non prendere freddo. Ancora una volta la hostess di italo è la salvezza per i passeggeri smarriti in quel vuoto esistenziale e ferroviario, il punto di riferimento per tutti: "Scusi...un bar?"..."L'entrata della metro dov'è?"..."Io devo andare all'aeroporto...come faccio???".Alla fine il treno arriva, con due ore di ritardo. Ma almeno mi porta via da tanta desolazione.

venerdì 23 novembre 2012

Apertura Metro C: chi mente?



Questa la dichiarazione di Antonello Aurigemma rilasciata all'Opinione di Roma e del Lazio. Frasi vaghe (nel primo semestre del 2013...come se non facesse differenza se fosse Giugno invece di Gennaio!) e il patetico scaricabarile verso altri enti responsabili dei test. Non è così. Il Comune è l'appaltatore di quest'opera e come tale è tenuto ad avere un quadro dei tempi e dei costi visto che non parliamo di spiccioli. Quindi l'assessore ai trasporti della Capitale non può cavarsela così. Ricordo che in questi giorni il comune di Milano sta "guadagnando" 20.000 euro al giorno per le penali causate dal ritardo nella consegna della linea metro 5.
In più questa dichiarazione è palesemente in contraddizione con quanto ribadito dal costruttore MetroC S.p.A. come si vede nella figura qui sotto. Dunque, sulla metro C, chi mente?


giovedì 22 novembre 2012

Le priorità del centro storico più grande del mondo, patrimonio dell'umanità


 1. Basta con bancarelle e camion-bar
 2. Stop ai tavolini selvaggi
 3. Basta con le manifestazioni a piazza del Popolo 
 4. Stop alle barriere architettoniche
 5. Asilo nido nell'ex ospedale San Giacomo
 6. Nuovi parcheggi, in particolare sotterranei 
 7. ZTL costante
 8. Raddoppiare le navette elettriche


Queste le priorità indicate dal candidato minisindaco del 1° municipio, Costantini, che si propone come portavoce di una nuova lista civica "formata da residenti e commercianti del centro storico". Vi piacciono? Vi sembrano le vere priorità per il centro storico più grande del mondo patrimonio dell'umanità protetto (magari) dall'Unesco?
A prima vista sembrano tutte cose buone e giuste. La lotta per il decoro, la ZTL permanente. Poi, scorrendo più volte l'elenco e considerando che questa lista civica ha come base gli interessi dei residenti e dei commercianti del centro i dubbi cominciano a sorgere. Residenti come quelli che hanno impedito la costruzione del parking del Pincio e del sottopasso dell'Ara Pacis con relativo parcheggio che avrebbe creato una terrazza sul Tevere, dato aria al monumento e consentito una pedonalizzazione diffusa? Commercianti come Annibale il macellaio che hanno impedito la pedonalizzazione di via di Ripetta perché così possono scaricare la merce davanti bottega e la gente può parcheggiare sui marciapiedi per entrare nei loro negozi? In effetti a ben guardare questa lista se la vuole prendere giustamente con gli ambulanti abusivi e i camion bar, ma non una parola sulle auto parcheggiate ovunque, sui marciapiedi impercorribili, sulle isole pedonali violate, sulla lentezza dei trasporti pubblici causata dalla sosta selvaggia, sulle auto blu che spadroneggiano, sullo smog che sgretola i nostri resti antichi, le chiese e i palazzi, sulla connivenza dei vigili e sull'arredo urbano inesistente che tutto questo permette. Non una parola sulle pedonalizzazioni. E il tridente pedonale promesso da Alemanno? E via dei Fori Imperiali?
Però adesso i parcheggi li vogliono. E la ZTL h24. Qualcosa non torna. A cosa servono i posti auto se le auto nel centro storico non entrano più? O meglio. A CHI servono? Elementare Watson. A chi nella ZTL entra lo stesso. Commercianti. E residenti.
Insomma, a ben vedere, questo nuovo partitino si configura come una bella proposta per fare del centro di roma il comodo parcheggio e salotto di chi ci abita e di chi ci vende. Gli altri, bé forse non ne sono all'altezza. Forse che Roma non sia anche di chi vive fuori dalle Mura Aureliane e nelle pause dallo stress e dal traffico vorrebbe rilassarsi in una città bella e accogliente e accessibile? Forse che i milioni di turisti che la visitano resterebbero più a lungo se non dovessero incolonnarsi tra la doppia fila rischiando la vita, assordarsi per il traffico e respirarsi lo smog o spendere ore sui mezzi pubblici eternamente in coda o sui tram che non passano tra le auto parcheggiate ovunque? E forse, dico forse, gli stessi commercianti non si rendono conto che le persone spenderebbero molto più tempo e soldi nei loro negozi se potessero passeggiare tranquillamente in una bella via pedonale piuttosto che fare lo slalom tra le lamiere?

venerdì 16 novembre 2012

La mobilità paralizzata alla sbarra



Questa è Roma in un giorno feriale qualsiasi in ora non di punta. Una immensa distesa di lamiera paralizzata. 
Nessuna strada si salva a parte le autostrade che poi in ora di punta esplodono anch'esse. E' evidente solo a me che c'è un problema gravissimo? Direi di no, visto che da anni ormai abbiamo un sindaco che è anche "commissario straordinario per l'emergenza traffico". Tuttavia dopo Parentopoli e la richiesta di 8 rinvii a giudizio, altre inchieste si aprono sull'Atac: nel mirino dei magistrati truffe su appalti milionari, biglietti falsi, tangenti dai fornitori. C'è poi la questione irrisolta della tangente di 500.000 euro sulla commessa dei 40 filobus per il corridoio Eur-Laurentina, i cui lavori sono in pesantissimo ritardo e a questo punto chissà quando potremo vederci circolare i mezzi. Un bel quadretto per il trasporto pubblico, non c'è che dire. E tutto ciò proprio nel giorno in cui il comune decide di affidare "in house" (cioé senza gara) per i prossimi 7 anni ad Atac la gestione di tutto il sistema del trasporto pubblico romano, compresa la Metro C che ancora deve aprire.
Un po' come se eleggessimo presidente del consiglio una persona indagata per numerosi reati. Ah già, scusate. L'abbiamo già fatto.

lunedì 12 novembre 2012

Requiem per la metro D: che si fa adesso?


E' la notizia dell'anno. Le speranze erano poche ma ancora c'erano. Ora sono sepolte definitivamente. La metro D non si fa più. Almeno quella che conoscevamo noi dall'EUR a Montesacro. Romametropolitane ha annullato il bando di gara, che resisteva, sospeso, da due anni. La parte migliore della faccenda è che adesso i promotori del project financing scelti nella prima fase della gara (Condotti-Pizzarotte) potranno rivalersi sull'amministrazione per i costi del progetto preliminare, 10,5 sonanti milioni di euro. Buttati.
E' la notizia dell'anno. E non ne parla nessuno. Repubblica , Corriere, Messaggero. Niente. Il Sole 24 Ore è l'unico che riporta la notizia. Di chi è la responsabilità? Sicuramente di una amministrazione che in 5 anni non ha saputo proporre un'idea di Città e realizzarla. Un'amministrazione che si è buttata a capofitto nell'uso di strumenti che non sapeva gestire come il project financing, rivelatosi una trappola per la PA, ribaltando costi esorbitanti e rischi d'impresa sul pubblico e coprendo le ultime aree libere della città di cemento. L'unico che è ancora in piedi, ma già con ritardi clamorosi e mille difficoltà, è quello per la Rebibbia-Casal Monastero.


E adesso che si fa? Qualcuno ci verrà a dire che la metro D non serve. Lo stanno già facendo. Alemanno dichiara che "il futuro non è la metropolitana" alla convention con cui si lancia nuovamente alla guida della città eterna. Dai candidati di sinistra nessuna voce sulla mobilità, nessuna idea. L'unico che ne parla è guarda caso l'ex ministro dei trasporti Bianchi, il quale però afferma: "No a nuove metropolitane, sì al trasporto leggero di superficie su ferro e alle pedonalizzazioni"Insomma sembra che si sia creato una sorta di horror "metri". D'altra parte se si guarda al debutto disastroso della B1 e alla gestazione difficilissima della C ci si rende conto che presentarsi come nuovo paladino delle metro a Roma è rischiosissimo per qualsiasi candidato sindaco. Quindi si punta al ribasso, o si svia l'attenzione su altro. Proprio come fece Alemanno 5 anni fa, convincendoci di vivere in una capitale insicura. Eppure ci rendiamo tutti conto che una città con 4 milioni di abitanti nell'area metropolitana non può reggersi su due linee che vanno a singhiozzo e che la rete A-B-C-D era la dotazione minima per elevare lo standard della mobilità romana da disastroso a sufficiente e consentire finalmente ampie pedonalizzazioni del centro. Ci diranno quindi che non ci sono i soldi. Falso anche questo. Con i project bond si riaprono gli interessi dei privati a investire in infrastrutture mentre lo stesso Tajani pochi mesi fa è venuto da Bruxelles a dirci di guardare ai fondi europei. Che invece guarda caso per quella mostruosità che è il GRA2 sono stati trovati.

Insomma siamo ai minimi storici di speranza per la mobilità della capitale, con i progetti esistenti, per quanto "antichi", cancellati e pochissime idee per il futuro.

venerdì 9 novembre 2012

Zingaretti lancia il Car pooling

Finalmente. La Provincia di Roma ha lanciato una piattaforma online per il Carpooling. L'idea è semplicissima. Se ho un'auto offro un passaggio a chi fa il mio stesso percorso negli stessi orari. Se cerco un passaggio mi aggrego a chi già lo fa, dividendo le spese. In questo modo ci saranno meno auto in circolazione, meno smog, più parcheggi, meno traffico e un risparmio per tutti. Magari si potrebbe fare anche qualche conoscenza interessante. Se invece i nostri "ospiti" non dovessero comportarsi bene lo si può segnalare sul sito. Devo dire che il portale è fatto veramente bene e molto curato anche nella grafica. Inoltre ci sono già numerose richieste/offerte di posti auto. Perché è evidente che un servizio del genere funziona bene se lo si usa in tanti. Un gran bello smacco della Provincia al Comune di Roma, il cui servizio di carpooling è utilizzabile solo dai Mobility Manager delle aziende. Iscriviamoci in tanti quindi e diffondiamo la pratica del posto auto condiviso, ne guadagneremo tutti. Il portale è qui: http://roma.autostradecarpooling.it/

giovedì 8 novembre 2012

La Capitale der tanto ar chilo

La metro C quando sarà inaugurata?
«Dopo le elezioni. Non voglio utilizzarla per scopi propagandistici. Ho chiesto un preesercizio molto lungo per evitare problemi. Deve esser funzionante al cento per cento senza disagi».
Alemanno, sindaco di Roma Capitale a Leggo.


Non so a voi, a me suona come se a lavoro mi avessero chiesto: "Quando consegni questo progetto?" ed io avessi risposto: "Non lo so. Ho pensato de fa' un periodo molto lungo de test pe esse sicuro che funziona bene". 
E' probabile che più di qualcuno mi avrebbe lavato il capo finché io non avessi esplicato una data e le ragioni di eventuali ritardi stimati e quantificati. A quanto pare invece al sindaco di Roma Capitale è concesso esprimersi in questi termini riguardo un progetto che vale 4 miliardi di euro pubblici. Neanche Annibale, il famoso macellaio che ha impedito la pedonalizzazione di via di Ripetta, si esprime in questo modo.
Che vuol dire "preesercizio molto lungo"? Il periodo di preesercizio per le metro è fissato per legge, ad oggi si tratta di 45 giorni. Ricordiamo poi al sindaco che il preesercizio vuol dire far girare le vetture senza passeggeri a bordo. E il consorzio che sta costruendo la Metro C dichiara che sarà avviato a Novembre. A meno di problemi e considerate le festività dovrebbe dunque terminare non oltre Gennaio.
Altra cosa sono i collaudi dell'infrastruttura, che sono in capo a diversi responsabili a seconda dell'impianto da collaudare, Ustif, Regione, Ministero. Anche qui non sarebbe totalmente impossibile farsi dei conti. Siamo così sicuri che per Aprile non si possa chiudere tutto? Resta un mistero. Che importa. Tanto Alemanno ci promette che stavolta funzionerà tutto dal primo giorno. Non come con la B1. Che comunque ha aperto con 6 mesi di ritardo quindi il tempo per i collaudi c'è stato eccome. Che importa. A noi piace così.
Un tanto ar chilo.

P.S: sugli organi di stampa ufficiali del sindaco Alemanno è riportata tutta l'intervista rilasciata al quotidiano Leggo tranne guarda caso la parte relativa alla Metro C. Casualità?

mercoledì 7 novembre 2012

Romanzo Metropolitano

Parlare di metro a Roma è come scrivere un romanzo un po' noir. Con la vecchia signora linea B che ormai si ferma quotidianamente per almeno un'oretta mandando nel pallone la città  succube dei suoi acciacchi.
Parlare di nuove metro a Roma invece è come entrare in un film alla Matrix. Partiamo dalla B1. Aurigemma dice che Jonio, il nuovo capolinea, sarà pronto per Marzo 2013. Mente sapendo di mentire. Guardate la foto a sinistra che rappresenta lo stato attuale del cantiere. Vi pare che possa diventare così in 4 mesi? Tuttavia il nostro caro assessore ha imparato la lezione dalla batosta della B1, ritardata di 6 mesi. Quindi dice che i lavori finiranno a Marzo ma poi l'apertura dipenderà da Ministero, Regione, Ustif e chi più ne ha più ne metta. Facile lavarsene le mani così no? In fondo lui è solo l'assessore ai trasporti della capitale. E lo sarà guarda caso fino a Marzo.

L'assessore prosegue poi con la linea C. Qui la confusione è totale. Nessuna dichiarazione sull'apertura della prima tratta fino a Centocelle, le cui stazioni ormai scintillano sotto gli occhi di tutti ma che secondo il dimissionario ad di Romametropolitane, Bortoli, non potranno aprire prima di Ottobre 2013. Come se non bastasse, sulla fiction cala lo spettro della surreale mancata approvazione del bilancio "di previsione" delle spese comunali del 2012. Cioé siamo a fine anno e non sono state approvate le previsioni di spesa per l'anno in corso. Roba che neanche Spielberg potrebbe concepire. Ancora una volta un ministro deve bacchettare Alemanno. Ma stavolta si rischia di brutto. Ottenuto l'ennesimo rinvio, se non si approva il bilancio entro il 26 Novembre Alemanno va a casa e il comune viene commissariato. Oltre alla figura miserrima ciò significherebbe che svariati milioni destinati tra l'altro alla linea C sarebbero congelati con il rischio di ulteriori ritardi.
I colpi di scena non finiscono qui. Per l'assenza dei cantieri da San Giovanni al Colosseo sembra svelarsi una pista. Gli indizi sono:
 - una seduta del CIPE del 26 Ottobre che non avrebbe approvato la fantomatica rimodulazione dei fondi.
 - L'annosa questione del Colosseo, per la cui salvaguardia si vorrebbe pedonalizzare via dei Fori Imperiali prima dei cantieri.
 -  Il dossier di indagine della Corte dei Conti a dicembre 2011, la relativa risposta di tutti gli enti coinvolti entro 6 mesi e la controrisposta della Corte. Un botta e risposta ad altissima tensione durato un anno. Qui le versioni dei fatti divergono però. Secondo Aurigemma la Corte avrebbe finalmente avallato i costi della Metro C il 13 Agosto. Secondo il Corriere invece la relazione finale della Corte deve ancora essere presentata al Parlamento e al Governo. Un affare di stato insomma.
Di sicuro c'è che la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Perché manca proprio il tunnel.
Aurigemma ci parla anche della fantomatica prosecuzione nel centro storico oltre Colosseo. Non ci sono i soldi, dice. E si sapeva. I costruttori stanno lavorando a un nuovo project financing da presentare al comune visto che il precedente in pratica avrebbe dissanguato le casse pubbliche. Tuttavia l'assessore dice di preferire i fondi pubblici. Grazie. Di tutti i project financing proposti dall'attuale giunta quanti sono andati a buon fine? Ad oggi nessuno. Si sono dovuti arrendere all'evidenza che svendere la città ai privati e sommergerla di cemento per due fermate di metro non vale la pena. E questo ci porta dritti dritti al metafisico capitolo del prolungamento della B oltre Rebibbia. La gara assegnata ormai due anni fa si è clamorosamente arenata in Conferenza dei Servizi. Perché? Sembrerebbe che alcune aree fuori dal GRA che dovevano essere cedute ai costruttori come moneta di scambio siano soggette a un vincolo di inedificabilità totale. Bella scoperta, no? E che tempismo perfetto! Il comune ha pensato dunque di svendere delle aree a Pietralata per colmare il buco di finanziamento. E come si concilia questa colata di residenziale con il nuovo SDO previsto? Nessuno lo sa.

Quali nuovi esaltanti colpi di scena ci riserverà questo Romanzo Metropolitano? 


martedì 6 novembre 2012

Parcheggiopoli News


Oggi per parlare di parcheggi prendiamo a prestito una foto di via di Ripetta dalla pagina facebook dell'associazione Ripetta Pedonale la cui lotta di civiltà spero vogliate supportare. Quanto fa schifo quest'immagine? Quanto fa imbestialire l'idea che quel "cafone" per non dire altro distrugge i marciapiedi nuovissimi costati quasi 2 miliardi di vecchie lire? E il bello è che non è colpa sua. Piuttosto di chi glielo consente. Se infatti il minisindaco Corsetti profondesse metà dell'impegno con cui sta cercando di fare piazza pulita dei tavolini abusivi fuori dai ristoranti del centro nella guerra alla sosta selvaggia avrebbe istantaneamente ottenuto una città 100 volte migliore. Ecco invece quello che accade in questi giorni nella capitale in tema di sosta.

venerdì 2 novembre 2012

Trenitalia è una piaga e Monti lascia correre

Il trasporto ferroviario italiano è un disastro lo sappiamo tutti. Ritardi, disservizi, treni che fermano a Parma per far scendere la AS Roma. Persino le tratte Alta Velocità non sono esenti dai disagi. Tuttavia mentre tra Roma e Milano passano più treni che sulla metro B1, il sud e il trasporto regionale praticamente non esistono. Il tutto è nelle larghe mani di Trenitalia, semi monopolista dei treni italiani. Se ne accorgono anche i giornalisti ogni tanto, come questo la cui disavventura con le prenotazioni sarà capitata a migliaia di noi. E da quando è sceso nella stessa arena se ne accorge anche Montezemolo, i cui Italo hanno già portato una bella ventata di concorrenza (e abbassamento prezzi) nell'offerta ferroviaria della penisola. Senza sapere chi sia il responsabile, la vita di NTV non è stata facile, dalle cancellate erette a Ostiense sul binario di Italo all'assurda vicenda della stazione Tiburtina, una gigantesca astronave parcheggiata sui binari e malinconicamente vuota, senza le riqualificazioni circostanti promesse, senza servizi senza neanche le indicazioni ma con i costi di gestione tutti sul nostro groppone.

E' piuttosto evidente che uno scenario del genere ha bisogno di essere profondamente riformato. Per esempio con l'idea di separare il gestore pubblico dell'infrastruttura (RFI) dai gestori dei servizi (Trenitalia & altri). Sembrava esserci arrivato Monti anche se di striscio con l'istituzione di una apposita Authority dei trasporti, organismo super partes col compito di spingere sulla liberalizzazione del mercato ferroviario. Tuttavia nel Salva Italia non ha avuto il coraggio di inserirla. L'ha fatto nel Cresci Italia qualche mese dopo. Ad oggi, dopo quasi un anno, questa benedetta commissione non ha ancora dei membri. Perché? Facile. E' la tipica storia italiana del balletto di poltrone.

Vengono appuntati inizialmente alcuni nomi forti delle altissime cariche dello stato, tra cui Pasquale De Lise, uno degli uomini più potenti d'Italia, presidente del Consiglio di Stato durante il cui mandato si sono sollevati innumeri scandali. Il tutto passa inosservato per un po' finché i partiti non si rendono conto che stanno perdendo controllo su un organismo destinato ad avere un'influenza enorme. Ed ecco che viene bloccato tutto e parte la faida per spartirsi le poltrone d'oro dell'Authority. Si arriva all'assurdo, da parte dell'ipocrita PD, di candidare l'attuale presidente di Italferr, che come tutti sappiamo è una società del gruppo Ferrovie dello Stato. Alla faccia della liberalizzazione e della concorrenza. Compare anche il nome di Vito Riggio, presidente uscente dell'ENAC, già venuto alla ribalta nell'ambito delle indagini sulla famosa "cricca di Anemone". Insomma, non proprio un nome che profuma di pulito. In questa assurda guerra di potere, espressione più alta del marciume della partitocrazia italica, non poteva mancare lo zelante AD di Trenitalia (nonché presidente delle ferrovie europee, di GrandiStazioni e a capo di numerose altre aziende private del settore) Mauro Moretti, che senza girarci intorno, si scaglia pesantemente contro l'istituzione dell'Authority, "caso unico in Europa" secondo lui di cui non abbiamo bisogno perché i dati dimostrerebbero che infrastrutture e servizi rendono meglio se sono gestiti da un'unica società. Caro Moretti, potrebbe anche essere vero, se la società in questione sono le SNCF o le DB, ma non certo FS, che da anni dilapida miliardi di euro pubblici investendo solo sull'AV per far arricchire la monopolista Trenitalia.
Ben venga l'Authority dunque, quando lo schifo partitocratico riuscirà ad accordarsi sui suoi membri senza farci perdere un altro anno di concorrenza sleale, di servizi da terzo mondo pagati a peso d'oro, di giagantesche stazioni desolantemente vuote.