mercoledì 6 maggio 2015

Jonio, Lodi, Chiesa Nuova: il punto sulla metro romana.


Il 2015 è un anno di grandi novità per la rete metropolitana romana. Il 21 Aprile ha aperto la stazione Jonio, nuovo capolinea della metro B1, avvicinando alla rete metro popolosi quartieri come Tufello, Val Melaina e Talenti e chiudendo, per ora, il progetto della diramazione B1 partito dieci anni fa. La metro C d'altro canto dopo l'inaugurazione nel Novembre scorso ha visto l'orario di esercizio allungarsi prima dalle 18:30 alle 21:30 e pochi giorni fa alle 23:30, in linea con gli orari delle altre due linee.  La linea C inoltre è destinata a breve ad allungarsi di altri 6 km verso il centro. Sei nuove stazioni, Mirti, Gardenie, Teano, Malatesta, Pigneto e Lodi sono state appena consegnate dal costruttore MetroC SpA a Atac, consentendo di effettuare il preesercizio e di ottenere i nulla osta dell'USTIF per l'apertura della nuova tratta promessa entro Luglio. Un salto di qualità per la terza linea romana che si avvicina verso il centro e lo snodo fondamentale di San Giovanni attraversando il cuore dei quartieri Centocelle e Pigneto e soprattutto aumentando le frequenze che passeranno da 12 a 6 minuti nel tratto Alessandrino-Lodi. Il 30 Aprile le stazioni sono state fatte conoscere al pubblico con un Open Day che ha permesso di visitarle anche internamente. Le stazioni sono molto ampie e luminose con grandi atrii e spesso aree che ospiteranno anche esercizi commerciali. Le sistemazioni esterne a volte sono, a mio parere, molto riuscite come nel caso di Teano e Pigneto, in altre si poteva fare molto meglio: esemplare il caso di Mirti in cui i volumi di copertura delle uscite risultano eccessivamente pesanti, l'anello stradale intorno alla piazza è stato mantenuto troppo largo ed è già devastato dalla sosta selvaggia su entrambi i lati, ostruendo tra l'altro gli attraversamenti pedonali, i marciapiedi laterali rifatti in bitume e non in pietra come lo square centrale e quest'ultimo con poche tristi alberature e le solite panchine modello pietra tombale. 

Cosa ci aspetta dunque dopo queste grosse novità? L'orizzonte futuro è molto meno eccitante del presente. Ad oggi rimangono attivi sul suolo romano solamente 3 cantieri metro, ovvero le restanti stazioni in costruzione della linea C: San Giovanni, di cui si auspica una apertura entro metà 2016 sebbene i lavori siano abbastanza indietro; Ipponio e Fori Imperiali in cui gli scavi veri e propri devono ancora cominciare e per le quali bisognerà attendere (almeno) altri 5 anni. Una tappa intermedia da segnare sul calendario sarà la fine dei lavori al pozzo di via Sannio che, contenendo la croce di scambio tra i due binari paralleli della linea C consentirà di alzare le frequenze fino a 4 minuti tra Alessandrino e San Giovanni. Togliendo i lavori di rifacimento dell'armamento ferroviario sulla linea A (che ne comportano la chiusura anticipata alle 21:30) e i lavori al nuovo nodo di scambio metro A/RomaNord a Flaminio rimane proprio poco sul piatto. E una città con un così pesante deficit di infrastrutture di trasporto come Roma non può permettersi altri anni di stasi prima di avviare le altre fondamentali opere. Il prolungamento della Metro B a Casal Monastero sembra ripartito grazie alla decisione del TAR che respinge il ricorso delle aziende classificate seconde per l'appalto e in seguito all'incontro tra costruttori e Comune per rivedere il project financing diminuendo le cubature originariamente previste. Il nuovo piano dovrebbe essere pronto a Giugno ma se la copertura finanziaria sarà sufficiente a portare la linea blu fuori dal GRA con annesso nodo di scambio non è dato sapere. L'ipotesi ventilata dall'amministrazione tempo fa era quella di realizzare per ora solo la fermata San Basilio con i fondi disponibili, una strada che spero non sia perseguita.
Gli investimenti per il potenziamento della linea B invece sono bloccati dalle pastoie della burocrazia. In breve si attende una nuova normativa di sicurezza da parte del ministero alla luce della quale i Vigili del Fuoco potranno dare il loro nulla osta al potenziamento delle sotto stazioni elettriche. Questi lavori sono indispensabili per garantire alla linea l'energia necessaria a far circolare i nuovi treni CAF in corso di immissione, i quali consumano molta più elettricità in primis per via degli impianti di condizionamento.
Infine veniamo al capitolo più spinoso, il proseguimento della linea C oltre Fori Imperiali. I soldi per Venezia ci sono ma nelle intenzioni dell'amministrazione la linea C deve arrivare a Ottaviano per il Giubileo del 2025 con solo 3 stazioni: Venezia, San Pietro e Ottaviano appunto. Si riaffaccia lo spettro della cancellazione di Chiesa Nuova, unica stazione rimasta nel progetto su Corso Vittorio Emanuele dopo l'archiviazione di Argentina. Le motivazioni sarebbero da ricercarsi in una questione di tempi e soldi. Tuttavia come abbiamo già detto cancellare Chiesa Nuova sarebbe un errore che pagheremmo per sempre. La decisione finale è ancora lungi dall'essere presa, anche perché non esiste ancora la copertura finanziaria, ma se non si cambia rotta subito si rischia davvero di buttare al vento una quantità di soldi pubblici vergognosa. Anche perché la metro C assorbe la maggior parte dei finanziamenti possibili per il TPL romano mentre restano al palo tutti i prolungamenti progettati e le nuove linee tranviarie promesse. Mi auguro che l'amministrazione si ravveda e non punti solo alla fretta di inaugurare opere per Giubileo e Olimpiadi ma alla costruzione di una rete che migliori definitivamente le condizioni di vita dei cittadini.