Continua il braccio di ferro tra Roma Capitale e Metro C SpA. Gli operai delle ditte coinvolte dallo stop ai cantieri giustamente protestano. Il comune altrettanto giustamente pretende dal costruttore un cronoprogramma e un dettaglio sui costi dell'opera. A rimetterci come al solito sono i cittadini e i lavoratori. Chi ha ragione quindi?Bisogna ricordare che per il monitoraggio di tempi e costi dell'opera esiste un organo che succhia un sacco di bei soldi pubblici e che si chiama Romametropolitane, il quale dovrebbe operare per conto della stazione appaltante (il Comune) nelle relazioni con l'appaltatore (MetroC S.p.A). Quindi la linea di Marino ha senso ma un sindaco dovrebbe potersi fidare delle aziende che operano per conto del l'amministrazione, quindi se la prendesse con RomaMetropolitane e magari indagasse sull'efficienza di questa società pubblica che non è stata in grado finora di far rispettare ne di esigere un solo cronoprogramma (definitivo). Per quanto l'intento sia nobile arrivare a far bloccare dei cantieri così importanti e mandare a casa così tante persone mi sembra da irresponsabili. Io credo che mettere pressione al costruttore sul rispetto di costi e tempi sia giusto ma la questione deve essere risolta al massimo entro ferragosto periodo in cui i cantieri sarebbero stati chiusi comunque. Non un giorno di più. In fondo i soldi per coprire gli extra costi che il consorzio pretende sono stati vagliati e stanziati due anni fa, c'è poco da fare. Si pensi piuttosto a premere per l'apertura della prima tratta della metro C, magari allungata fino a Lodi visto il ritardo, per i cantieri per Piazza Venezia e per la progettazione fino a Piazzale Clodio/Farnesina che ormai tutti i giornali danno per spacciata.
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