La fonte è quantomeno incerta e non ci sono altri riscontri ma sembrerebbe che Marino abbia annunciato la decisione di portare la metro C fino a piazza Venezia e fermarla lì. Per sempre.
Oggi a Radio Popolare il sindaco conferma di essere scettico sulla prosecuzione della linea nell'attuale quadro di incertezza finanziaria e di tempistiche.
Ci sono tanti motivi però per cui questa idea è da considerare totalmente folle.
Oggi a Radio Popolare il sindaco conferma di essere scettico sulla prosecuzione della linea nell'attuale quadro di incertezza finanziaria e di tempistiche.
Ci sono tanti motivi però per cui questa idea è da considerare totalmente folle.
1. L'obiettivo della linea C era non solo di servire zone molto popolose come la periferia est ma anche quello di diminuire il carico sulla linea A nella tratta centrale attualmente congestionata. Saltando l'interscambio a Ottaviano l'effetto che si otterrebbe sarebbe l'opposto. In molti cambierebbero sulla A a San Giovanni per raggiungere il tridente o Prati provocando il definitivo collasso della linea.
2. Il fabbisogno di mobilità romano non è solo di tipo radiale, cioè centro-periferia. La linea C, grazie agli scambi con la A, la B e le FR amplierebbe le possibilità di raggiungere altre periferie dalla periferia, Limitarla al centro storico vorrebbe dire ridurne drasticamente il numero di fruitori che probabilmente continuerebbero a optare per il mezzo privato.
3. Il completamento della Metro C consentirebbe di ampliare le aree pedonali del centro storico. La combinazione di linea A e linea C offrirebbe una copertura molto ampia del centro tale da consentire la chiusura al traffico di importanti piazze e vie storiche. Fermarsi a Venezia vuol dire di fatto rendere impossibili tali pedonalizzazioni deprimendo due degli obiettivi principali della metropolitana cioé la diminuzione del traffico e dello smog e la salvaguardia del patrimonio artistico.
4. Il tracciato della terza linea incardina i monumenti più importanti della città: San Giovanni, il Colosseo, Piazza Venezia, Piazza Navona/Pantheon/Piazza Farnese, San Pietro/Castel Sant'Angelo. Il suo valore turistico è immenso, basta guardare il livello di congestione delle linee bus che oggi seguono lo stesso percorso, il 40 e il 64 su tutte. Offrire un mezzo di trasporto rapido, efficiente e confortevole ai turisti vuol dire incentivarne la presenza e allungare la durata dei soggiorni, oltre che rendere "accattivanti" nuove zone prima difficili da raggiungere, come il Pigneto e Centocelle. Il che in breve significa più soldi per l'economia romana, più alberghi fuori dal centro ma ben collegati, più turisti nei locali delle periferie connesse.
5. Mancano solo 5 stazioni: da Piazza Venezia a Clodio/Mazzini secondo il progetto originario ci sono solo 5 stazioni: Chiesa Nuova, San Pietro, Risorgimento, Ottaviano, Clodio/Mazzini. Qual è il senso di interrompere un progetto decennale quasi arrivato al termine? Se si può scavare sotto i fori imperiali lo si può fare ovunque. E i soldi si trovano. Bisogna bussare all'UE, perché deve passare il messaggio che la Metro C è l'unica salvezza del patrimonio Unesco più grande del mondo.
6. Il Giubileo 2025: presentarsi a questo evento con una stazione che porta i fedeli nel cuore della Cristianità sarebbe l'unica conclusione possibile per un mezzo di trasporto che doveva essere pronto ben 25 anni prima. E il ritorno economico come ben sappiamo sarebbe assicurato.
Insomma, Marino ha coraggiosamente voluto mettere in riga un progetto faraonico che rischiava la deriva e di questo gli va riconosciuto pieno merito. Ma la complessità dell'opera, dell'appalto, dei finanziamenti, della burocrazia non DEVE fermare quella che sarà la chiave di volta del trasporto pubblico romano nei decenni a venire.
2. Il fabbisogno di mobilità romano non è solo di tipo radiale, cioè centro-periferia. La linea C, grazie agli scambi con la A, la B e le FR amplierebbe le possibilità di raggiungere altre periferie dalla periferia, Limitarla al centro storico vorrebbe dire ridurne drasticamente il numero di fruitori che probabilmente continuerebbero a optare per il mezzo privato.
3. Il completamento della Metro C consentirebbe di ampliare le aree pedonali del centro storico. La combinazione di linea A e linea C offrirebbe una copertura molto ampia del centro tale da consentire la chiusura al traffico di importanti piazze e vie storiche. Fermarsi a Venezia vuol dire di fatto rendere impossibili tali pedonalizzazioni deprimendo due degli obiettivi principali della metropolitana cioé la diminuzione del traffico e dello smog e la salvaguardia del patrimonio artistico.
4. Il tracciato della terza linea incardina i monumenti più importanti della città: San Giovanni, il Colosseo, Piazza Venezia, Piazza Navona/Pantheon/Piazza Farnese, San Pietro/Castel Sant'Angelo. Il suo valore turistico è immenso, basta guardare il livello di congestione delle linee bus che oggi seguono lo stesso percorso, il 40 e il 64 su tutte. Offrire un mezzo di trasporto rapido, efficiente e confortevole ai turisti vuol dire incentivarne la presenza e allungare la durata dei soggiorni, oltre che rendere "accattivanti" nuove zone prima difficili da raggiungere, come il Pigneto e Centocelle. Il che in breve significa più soldi per l'economia romana, più alberghi fuori dal centro ma ben collegati, più turisti nei locali delle periferie connesse.
5. Mancano solo 5 stazioni: da Piazza Venezia a Clodio/Mazzini secondo il progetto originario ci sono solo 5 stazioni: Chiesa Nuova, San Pietro, Risorgimento, Ottaviano, Clodio/Mazzini. Qual è il senso di interrompere un progetto decennale quasi arrivato al termine? Se si può scavare sotto i fori imperiali lo si può fare ovunque. E i soldi si trovano. Bisogna bussare all'UE, perché deve passare il messaggio che la Metro C è l'unica salvezza del patrimonio Unesco più grande del mondo.
6. Il Giubileo 2025: presentarsi a questo evento con una stazione che porta i fedeli nel cuore della Cristianità sarebbe l'unica conclusione possibile per un mezzo di trasporto che doveva essere pronto ben 25 anni prima. E il ritorno economico come ben sappiamo sarebbe assicurato.
Insomma, Marino ha coraggiosamente voluto mettere in riga un progetto faraonico che rischiava la deriva e di questo gli va riconosciuto pieno merito. Ma la complessità dell'opera, dell'appalto, dei finanziamenti, della burocrazia non DEVE fermare quella che sarà la chiave di volta del trasporto pubblico romano nei decenni a venire.
Concordo al 100%.
RispondiEliminaBellissimo post. Occorre mandarlo anche via Twitter agli uffici di Marino. Se si blocca la C a piazza venezia sarà il più grosso fallimento infrastrutturale di questa città
RispondiEliminaio riprenderei il progetto di fare un capolinea a vigna Clara/tor di Quinto e la prolungherei fino a prati per farla finire a ponte Mammolo, dove unendosi con la diramazione che parte da Teano diventerebbe una metro circolare che interseca quasi tutti gli assi di penetrazione di trasporto. Lo so sembra una cosa irrealizzabile al momento attuale ma immaginatevi l'effetto rete.
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