lunedì 21 ottobre 2013

Ora basta! Fermate queste scene ridicole sulla Metro C!


"Riparliamone!" diceva una gag dolceamara di Paola Cortellesi di qualche anno fa. Siamo il paese in cui niente è certo e tutto può essere rimesso in discussione. Siamo il paese in cui le sentenze non hanno alcun valore. E Roma è la Capitale di questo paese. Perché lo rappresenta in toto. Una capitale dove si avvia un'opera strategica dopo anni di gestazione, l'opera subisce mille modifiche, si fanno degli errori, si cerca di porvi rimedio ridefinendo le responsabilità, nessuno però vuole prendersele, neanche gli stessi che le hanno approvate, si alzano i cori di Nimby pronti a tutto pur di stoppare l'opera e alla fine è lo stesso costruttore che vuole uscire dal gioco. 
E' la paradossale, ridicola, infame, vergognosa situazione della Metro C. Perché l'accordo di Settembre non è bastato a far riaprire i cantieri? Perché il ministero delle infrastrutture che pure l'ha ratificato non crede che sia efficace? Perché il ragioniere comunale Salvi arriverebbe a dimettersi piuttosto che firmare le carte dei pagamenti accordati al costruttore? Perché invece Improta preme affinché lo faccia? Un mistero veramente denso il cui unico risultato è la perdita di ulteriori mesi preziosi per poter salire sui treni. Nel frattempo ovviamente si riaffacciano tutte le contestazioni dei Nimby, dalla necessità di una nuova VIA (smentita da Romametropolitane) agli alberi, all'interrompere la linea a San Giovanni, l'idea più "insostenibile" di tutte. Marino in tutto ciò è scomparso, risucchiato dal vortice del Bilancio. E i costruttori non ci stanno più. Vogliono stracciare il contratto. Che vorrebbe veramente dire la più grande incompiuta di tutti i tempi. Ora, se tutti questi signori non sanno proprio cosa fare dei nostri soldi, se non sanno più di chi sono le colpe, se nessuno vuole questa gatta da pelare restituiscano i soldi e si dimettano tutti. Noi sapremmo benissimo cosa fare. Noi che passiamo ore nel traffico e che moriamo di tumore o investiti agli incroci. Noi che rischiamo la vita sui mezzi pubblici. Noi che sappiamo quello che vogliamo. E lo vogliamo adesso.

1 commento:

  1. Fermiamo la Metro C a San Giovanni e incrociamola con una variante da Pigneto con la B a Termini, che deve, comunque, essere ampliata, per la creazione del più grande polo trasportistico infrastrutturale italiano, "Termini-centrico", come il mètro di Parigi, salvando dalla distruzione l'Area Archeologica Centrale del Colosseo e dei Fori Romani!

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