venerdì 7 settembre 2012

Contraddizioni Italiane pt.2

Autostrade, GRA2, partecipazione e niente ferrovie

E' stata una delle prime cartucce giocate da Alemanno quattro anni fa: il secondo raccordo anulare. Un sogno per molti romani imbottigliati nel traffico per ore e ore al giorno. Un incubo per molti altri. Poi non se ne è saputo più niente. Fino a ieri, quando repubblica ci ha avvertito che il progetto non solo è già finanziato in parte con fondi europei ma sarebbe già giunto alla seconda conferenza dei servizi e la gara starebbe per partire. Senza che nessun cittadino sia stato interpellato. Il costo sarebbe di 1,7 miliardi di euro per 34km di asfalto da Fiano a Fiumicino, in pieno agro romano, attraverso le aree protette di Malafede, Appia Antica e Fioranello solo per citarne alcune. Tuttavia nel Lazio ci sono anche altri due progetti faraonici dalla gestazione decennale che stanno per vedere la luce: l'autostrada Roma-Latina, che deve collegare la Roma-Civitavecchia a Latina appunto passando per Tor de Cenci e ricalcando in parte il tracciato della strada killer, la Pontina. Infine c'è la famosa autostrada tirrenica, completamento della Roma-Genova, incompiuta tra Civitavecchia e Rosignano, un territorio delicatissimo dal punto di vista ambientale e archeologico, tra la Tuscia e la Maremma. I costi? Il CIPE ha approvato la Roma-Latina, che in realtà consta di tre diversi collegamenti, la Tor-de-Cenci-Latina, la A12-Tor-de-Cenci, e la Cisterna-Valmontone per un costo totale di 2,7 miliardi.
Più o meno intorno ai 3 miliardi la tirrenica che dovrebbe mettere in sicurezza la pericolosa Aurelia.

In totale dunque sarebbero in partenza nel Lazio investimenti autostradali per quasi 8 miliardi. Non male di questi tempi. Viene spontaneo chiedersi quali sono invece le risorse e i progetti messi in campo sul fronte del trasporto pubblico. E la risposta è piuttosto semplice, nessuno. Ci sono il raddoppio della FR2 da Lunghezza a Guidonia e il raddoppio della FR3 da Cesano a Viterbo di cui non si sa nulla. Auto batte treno, metro e tram 8 miliardi a zero. E viene altrettanto spontaneo chiedersi perché. Quando il costo dei carburanti è diventato insostenibile, quando le città sono paralizzate dal traffico e assediate dallo smog, quando tutto il mondo va verso energie rinnovabili e trasporto sostenibile, quando Roma è l'unica capitale europea a non essere dotata di una rete di trasporti degna di questo nome, con il più alto tasso di motorizzazione e incidenti stradali, con le strade dilaniate dalla sosta selvaggia e i monumenti patrimonio dell'umanità che si disgregano per le polveri sottili così come i nostri polmoni. Perché? Quando quotidianamente ci ripetono che non ci sono i soldi per finire la metro C, si cancella la gara per la D e ci martellano cercando di convincerci che l'unico modo per estendere la rete metropolitana è far ricoprire di cemento gli ultimi lembi verdi della città. Quando tutti i progetti tranviari sono al palo e le corsie preferenziali così come le ciclabili non vengono estese di un metro. Perché? Per non parlare delle ferrovie che ormai investono con i nostri soldi solo sull'Alta Velocità, costruendo stazioni enormi che poi lasciano a marcire vuote. Il famoso piano per il "nodo" di Roma è al palo.  I promessi nuovi treni per i pendolari non si sono ancora visti. E la gestione del servizio ha livelli da stato africano.

Su questa che appare chiaramente come una contraddizione si innesta una vicenda altrettanto contorta. Accade infatti che dopo moltissimo tempo iniziano i sondaggi per un'opera ferroviaria importantissima, il raddoppio della tratta Ciampino-Casilina, che consentirebbe a tutti i treni dei castelli e della Roma-Nettuno di aumentare le frequenze e la puntualità separando con una bretella il traffico merci dal traffico regionale. Immediatamente si solleva un vespaio di polemiche e si infiamma la protesta dei cittadini che si vedono le ruspe nel parco sotto casa e immaginano un nuovo binario per l'alta velocità. Viene addirittura istituito un comitato dal nome evocativo "3 NO". Manco a dirlo comune e municipio si costituiscono "parte civile" cavalcando il risentimento dei cittadini e dicendo che loro non ne sapevano niente.  Come si possa non sapere niente di un'opera così importante nessuno lo sa. I residenti sono infuriati e accusano che il parco dell'appia antica ha espresso parere negativo sull'opera e che la VIA non è mai stata rilasciata. Niente di più falso. L'opera si inserisce in un territorio delicatissimo è vero, passando in mezzo al Parco degli Acquedotti, eppure cari signori, la VIA era stata concessa sebbene con delle prescrizioni. Insomma morale della favola i lavori sono stati bloccati e nessuno ne sa più nulla.

Qual è il filo marcio che unisce tutte queste storie? Cosa sta permettendo che si spendano 8 miliardi per chilometri di autostrade più o meno utili, che devastano il territorio e incentivano ancora di più l'uso dell'auto inducendo una spirale di insostenibilità vorticosa? E che invece i pochi progetti per il trasporto pubblico su ferro vengano cassati o fermati ad libitum al primo colpo di tosse di qualche comitato? La risposta è in una parola: partecipazione. Che in Italia non esiste, mentre in paesi come la Francia è uno dei primi passi per ogni nuova opera. I cittadini non vengono mai informati sulle grandi opere. Spesso ne apprendono l'esistenza solo a giochi fatti, quando ci sono le ruspe sotto casa e al punto in cui si sono già spesi milioni di progetti e conferenze e nulla osta e burocrazia. Tutti soldi della comunità che a quel punto vengono bruciati se il progetto si ferma. E' fondamentale coivolgere tutti gli interessati. Se la bretella merci ferroviara tra Ciampino e Casilina ruba un po' di parco ai cittadini del Quadraro, d'altro canto regala a migliaia di cittadini dei castelli e del pontino la possibilità di contare su un mezzo affidabile veloce economico ecologico e sicuro per raggiungere la capitale. Ovviamente nessuno dei due è stato interpellato.

Gaber diceva che Libertà è Partecipazione, mentre parafrasando Marx io direi che l'ignoranza è l'oppio dei popoli. E a quanto pare sembra che si continui a preferirci storditi e in prigionia. 

1 commento:

  1. IL GRA 2 SFOLTIREBBE IL TRAFFICO E L'NQUINAMENTO, INCORAGGEREBBE FINALMENTE UNA CRESCITA DEMOGRAFICA DELLA GRANDE ROMA DI ALMENO 1 MILIONE DI ABITANTI NUOVI. CHI SI OPPONE E' IL SOLITO ECOLOGISMO INUTILE DA IGNORARE E BASTA.

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