giovedì 3 gennaio 2013

L'anno che verrà

Fare il bilancio della mobilità romana del 2012 è come ripercorrere un bollettino di guerra.
A inizio anno sulle sorti della Metro C pendeva come una spada di Damocle il giudizio della Corte dei Conti che si risolverà per fortuna positivamente dopo un anno di indagini e soprattutto con il taglio di moltissime opere complementari alla tratta T3 tra cui l'agognato e avveniristico Museo dei Fori al fine di abbassare i costi (pur sempre esorbitanti). A questi due km necessari a portare la linea C in centro è successo di tutto. Ogni mese si prometteva l'apertura dei cantieri e ogni mese si rinviava per i più disparati motivi: la via crucis, la parata del 2 Giugno, il dossier della Corte dei Conti, la quota di fondi regionali che la Polverini non voleva versare se non in cambio di un posto nel cda di Romametropolitane, il parere negativo della Soprintendenza sull'assetto del traffico dei fori imperiali durante i lavori e infine l'impossibilità per il CIPE di erogare i fondi stanziati fin quando le tratte precedenti in costruzione non fossero totalmente coperte. Arriviamo dunque a fine anno quando grazie alla ridicolmente tardiva approvazione del bilancio comunale spuntano fuori i 157 milioni necessari a coprire i sovracosti per le tratte fino a San Giovanni, così, con effetto domino, si sblocca anche la tratta T3, la più attesa, quella che salderà la terza linea alle due esistenti. Aurigemma ha promesso i cantieri a Gennaio 2013 ma ancora una volta spuntano i dubbi della Soprintendenza. Speriamo che l'anno che verrà sia più generoso dell'anno passato. Anche sul fronte del proseguimento nel centro storico.
A Febbraio 2012 si infrange anche il sogno olimpico. Monti dice no alla candidatura di Roma 2020. E con essa a tutta una serie di grandi progetti come la chiusura dell'anello ferroviario. E' l'inizio del declino delle istituzioni. Sul fronte della società civile invece è tutto un fermento, una primavera culminata nella manifestazione nazionale di Salvaiciclisti che ad Aprile porta ai fori imperiali migliaia di bikers, agguerriti difensori di un'idea di città sostenibile e sicura. Ne scaturisce la poco più che demagogica approvazione del Piano Quadro della Ciclabilità da parte di Roma Capitale, dei cui 1000 km di ciclabili promesse ad oggi non un metro è stato tracciato. Mentre di nuove idee l'amministrazione sembra essere totalmente priva qualcosa si muove per i progetti avviati decenni prima. Apre la nuova tangenziale est. Senza tutti gli svincoli promessi, senza la riqualificazione della vecchia tangenziale che corre ancora sotto le case. Dopo pochi mesi crollano due grate dal soffitto del nuovo tunnel, per fortuna senza conseguenze. E' un antipasto del disastro che si consumerà con l'avvio dopo 6 mesi di ritardi della diramazione metro B1, 3 stazioni. Siamo a Giugno. Il giorno successivo all'inaugurazione la metro si blocca per ore. C'è gente che rimane intrappolata negli ascensori. Se tutto va bene i treni passano con frequenze ridicole. La situazione sfugge di mano, è il caos. I cittadini protestano per la riorganizzazione dei bus che ora convergono tutti verso le nuove stazioni metro costringendo i pendolari a vivere l'incubo sotterraneo. Si dice che lo scambio automatico  tra i due rami non funzioni bene. Si incolpa il costruttore Ansaldo, si incolpa chi era responsabile dei test, si incolpano i macchinisti che starebbero sabotando il servizio con uno sciopero bianco. Lo scambio viene controllato a mano. L'operatore va in ferie e la metro si ferma. Partono inchieste, il caso arriva in parlamento. Alemanno vuole delle teste. Per lui è il tracollo mediatico e elettorale. Emerge un dossier in cui sembra che ci fossero più di 60 prescrizioni negative emerse durante i collaudi e ignorate dal primo cittadino che evidentemente premeva per l'inaugurazione. Tanto che le stazioni devono essere presidiate da addetti dei vv.ff. con costi esorbitanti. Una debacle. Dopo mesi la situazione sembra migliorare ma le frequenze restano basse, anche dieci minuti di attesa. I treni aggiuntivi infatti sono stati acquistati solo a fine 2011, quindi arriveranno nel 2014. Fino al tracollo di Dicembre. Ogni santo giorno la metro B si blocca per alcune ore. Furti di rame, problemi all'infrastruttura, teppisti che divelgono la leva dell'arresto automatico di emergenza. L'Atac parla subito di sabotaggio e piange miseria. A noi nell'album del 2012 resterà l'immagine delle persone che scendono dai treni e percorrono a piedi i binari della metro. Scene degne di un teatro di guerra.
Qualcosa di buono sarà pur successo in un anno. E' tornato il tram 3 sui binari dopo sette anni di fermo.  Ma solo fino a Piramide e non si sa quando arriverà di nuovo a Trastevere. Sono stati avviati i lavori per l'8 a P.zza Venezia dopo due anni di annunci. E' stato aperto il cavalcaferrovia ostiense senza preferenziale bus e con una ridicola ciclabile. Aperto anche il parcheggio di piazza Cavour, che resterà vuoto per la totale assenza di riqualificazione delle strade circostanti. Sono sbarcati a Roma i treni di NTV, con pesanti polemiche sul degrado della stazione Ostiense e l'assurdo vuoto pneumatico della Nuova Tiburtina. 
Il 2012 è stato anche l'anno dei grandi no. Annullata la gara per la metro D. Stop al bando per la B1 fino a Bufalotta. In stallo anche la A a Torrevecchia e la B a Casal Monastero. Il comune denominatore di tutti questi dietro front è il fallimento della ricetta del cemento in cambio di infrastrutture. Le case non si vendono. I project financing alla Alemanno saltano. Suona strano quindi che il consiglio comunale si appresti ad approvare delibere urbanistiche che porterebbero milioni di metri cubi in tutta la città, dal centro con le ex rimesse Atac alla periferia estrema, continuando a seppellire quel che resta dell'agro romano. Sarebbe il peggior regalo alla città del 2013.
Cos'altro ci aspetta dunque nell'anno che verrà: la fine dei lavori a Termini, promessa per fine Febbraio, che restituirà vivibilità allo snodo nevralgico ma si porterà via il progetto di un urban center da allestire nella teca di vetro in Piazza dei Cinquecento, che invece verrà demolita. Troppa paura di mostrare la pochezza dell'idea di città dell'attuale amministrazione forse. Dovremmo vedere i cantieri della metro C al Colosseo, la fine dei lavori per l'8 a Venezia e in data imprecisata (forse Ottobre) l'avvio della prima tratta metro C da Pantano a Centocelle, le cui stazioni già scintillano sotto gli occhi di tutti. Ce la dovrebbe fare anche il prolungamento della B1 a Jonio sebbene qui i lavori siano molto più indietro. Un velo pietoso sul filobus sulla Laurentina, il progetto che forse meglio di tutti riassume lo schifo di questa città. Cantieri aperti da 3 anni e lungi dall'essere terminati. Una inchiesta per una presunta tangente relativa all'acquisto delle vetture a carico dell'ad di Eur SpA, Riccardo Mancini. Un ponte, che doveva scavalcare il GRA e portare il filobus nei nuovi quartieri di Caltagirone e poi giù fino a Trigoria, che semplicemente non c'è. Lo deve costruire lo stesso Caltagirone, che piange miseria per i suoi orrendi alloggi invenduti, per cui non ci sono i soldi per il ponte. Dopo queste aperture i progetti ereditati dalle giunte di centro sinistra saranno finiti. Alemanno ci ha lasciato, a fine legislatura, un bel documento di intenti: il rapporto ferrotranviario sul rilancio del tram e della ferrovia urbana. Sicuramente nel 2013 sarà troppo impegnato nella campagna elettorale per ricordarsi di realizzarlo.

Buon Anno a tutti dunque, da Mobilita(') Roma.

5 commenti:

  1. fotografia terrificantemente realistica.

    E parliamo della Capitale d'Italia...

    Mc Daemon

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  2. perchè la linea 3 non viene riattivata col tram su tutta la linea?
    i lavori su via induno sono terminati, i binari ci sono, ho visto che è stato asfaltato il ponte di porta portese...

    sento parlare di banchine da modificare su via marmorata...possibile? vi risulta?
    seppure fosse, quando inizieranno i lavori?
    e ancora...se il problema è via marmorata, dato che parliamo di un km circa, perchè non riattivare il tram, facendogli saltare le fermate interessate dai lavori? in fondo stiamo parlando, di fare 5 minuti a piedi (un giorno ho fatto da piramide via trastevere in meno di 20 minuti a passo normale) e solo per la durata dei lavori.

    possibile che ogni giorno si debbano perdere mediamente 30 preziosi minuti di vita x fare il cambio a piramide? oltre a rischiare di essere investiti sulle strisce...

    ogni corsa delle ore di punta mediamente porta una quarantina di persone oltre piramide...per cui la domanda di trasporto esiste...e chissà quanti prenderebbero il 3 se fosse riattivato x intero...

    saluti.

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    1. La mancata riattivazione del 3 fino a Trastevere è un'altra delle storie che solo a Roma si possono sentire. Pare che le banchine di via Marmorata siano state rifatte troppo alte per cui i tram a pianale ribassato non riescono ad aprire le porte. Qui la notizia.

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  3. ^^^sacrosanto il commento sulla riattivazione completa del 3 !

    Mc Daemon

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  4. io continuo a pensare all'inutilita' dalla tratta

    SAN giovanni /colosseo

    Basterebbe potenziare con un bel trenino long...manzoni..via labicana...5. minuti sei al colosseo ...meta solo per turisti...

    non certo per chi viene da giardinetti o pantano..o da torre maura....

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