giovedì 31 gennaio 2013

Il corridoio della corruzione

Se vogliamo è un opera minore. Un corridoio per filobus pensato sotto Veltroni per giustificare l'immensa ondata cementizia di quello che era un idilliaco pezzo di campagna romana: Tor Pagnotta. Per portare le migliaia di residenti dei palazzoni di Caltagirone alla metro Laurentina. Un iter lunghissimo, osteggiato dall'allora opposizione di centrodestra e poi ripreso dagli stessi che lo avversavano una volta divenuto sindaco Alemanno. Oggi dopo 3 anni di cantieri non si vede ancora la fine. Mancano la linea aerea e le pensiline, i semafori, gli arredi. Soprattutto manca il ponte sul GRA, che serve a portare il filobus nel cuore stesso dei nuovi quartieri per poi proseguire in futuro fino a Trigoria. La costruzione del ponte è in carico al consorzio Tor Pagnotta Due, il cui presidente Raffaele Panebianco ha dichiarato oggi a Repubblica che i lavori non sono ancora iniziati perché solo pochi giorni fa è arrivata l'autorizzazione dall'Anas e che il ponte sarà completato entro il 2015, 4 anni dopo la data ufficiale di fine lavori. Segnamoci bene questa dichiarazione.
Curiosamente però mentre i lavori arrancano affossando le attività commerciali adiacenti al cantiere e facendo impazzire il traffico, i mezzi che dovranno percorrere il corridoio sono stati acquistati da anni, tanto che dei 45 filobus la gran parte è ferma a Bologna e il resto ancora in Repubblica Ceca presso il costruttore, la Skoda. Infatti il deposito romano che dovrà ospitarli non è stato ancora completato. Perché tanta fretta dunque? Non si sa. Quello che si sa invece è che per accaparrarsi la commessa da 40 milioni la BredaMenarinibus ha pagato una tangente da 500.000 euro. L'ad della società, Roberto Ceraudo, è stato arrestato per corruzione. A chi sono andati questi soldi? Una parte all'ad di Eur SpA, Riccardo Mancini, braccio destro della campagna elettorale di Alemanno e a capo di una società pubblica che controlla un patrimonio di quasi un miliardo di euro. Mancini si è dimesso in questi giorni. Pare tuttavia che la destinazione finale del denaro fosse proprio la "segreteria di Alemanno" come emerge da alcuni messaggi tra Ceraudo e un intermediario che avrebbe agevolato il subappalto alla Skoda. Non solo. In una intervista a Repubblica l'intermediario pentito lascia intendere che la giunta Alemanno avrebbe bloccato la gara per poi riaggiudicarla a una società che formalmente prometteva un forte ribasso sull'appalto ma informalmente garantiva una mazzetta alla politica. Non solo. Sembra anche che il "contributo" per l'appalto dei filobus fosse solo un assaggio atto a estendere i "favori" della politica a Finmeccanica (di cui la Breda fa parte) nell'ambito dei ben più cospicui appalti per le nuove metropolitane
Un quadro a tinte fosche per la nostra martoriata città. E se da un lato i magistrati devono andare a fondo nella questione d'altra parte ci sono migliaia di cittadini in attesa di un'opera indispensabile per la loro qualità di vita. Che ne sarà dei filobus adesso? Che ne sarà dei lavori fatti sinora? Forse sarebbe il caso di raggiungere i residenti nella loro manifestazione di protesta dell'8 Febbraio sulla Laurentina.

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