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Il 15 Aprile 2013 rimarrà nella storia. Dopo più di 60 anni si ritorna a scavare al Colosseo per costruire una linea di metropolitana. La linea B infatti fu inaugurata nel 1955. Oggi le tecnologie sono ben altre, l'attenzione al patrimonio archeologico anche. Già ci sono stati anni di scavi preliminari e sondaggi. I principali monumenti lungo il tracciato della linea C sono monitorati costantemente. E' il momento dunque di affondare le ruspe e far diventare realtà un sogno: la possibilità di lasciare l'auto a casa e vivere il centro storico più grande del mondo e patrimonio Unesco a piedi. Con buona pace di tutti i detrattori, a partire da Italia Nostra e Comitato Celio le cui illazioni sul pericolo di crolli per il Colosseo, sui costi, sull'utilità dubbia della linea sono state smentite più e più volte, l'ultima dal ministro Ornaghi, e saranno dimenticate quando finalmente, grazie a un interscambio fondamentale per l'intera città, l'area archeologica centrale ricomincerà a respirare, liberandosi da smog rumore e caos, mentre i cittadini si sposteranno sottoterra sfruttando l'effetto rete con le altre due linee.
Certo sarà dura. Saranno almeno 7 anni di cantieri e inevitabilmente disagi. Tuttavia saranno anche sette anni di probabili scoperte sensazionali, sebbene il rischio archeologico sia basso visto che la maggior parte dei reperti furono distrutti per la creazione della "Via dell'Impero" a opera di Mussolini e poi della metro B. In questo senso sono molto apprezzabili le parole della Soprintendente Rea: "Ma la tratta T3 della metro C regalerà a Roma anche qualcosa che la capitale non ha mai visto: un cantiere spettacolo, con tanto di recinzioni trasparenti ed esposizione dei reperti che via via verranno rinvenuti con gli scavi archeologici preliminari. Un modo per attrarre i turisti ed evitare quell'effetto respingente che ogni cantiere porta con sè"
Adesso dunque il prossimo primo cittadino ha davanti a sé un'enorme responsabilità: Trovare entro il 2015 i fondi per completare il progetto fino a Piazzale Clodio (o ancora meglio a Farnesina). Allontanare dall'opera ogni presagio di corruzione, spettro di appalti poco chiari e sentore di illecito come purtroppo beffardamente ha evidenziato la puntata di Report proprio ieri (di cui parleremo nel prossimo post perché non è tutto vero!). Certo sarà dura. Saranno almeno 7 anni di cantieri e inevitabilmente disagi. Tuttavia saranno anche sette anni di probabili scoperte sensazionali, sebbene il rischio archeologico sia basso visto che la maggior parte dei reperti furono distrutti per la creazione della "Via dell'Impero" a opera di Mussolini e poi della metro B. In questo senso sono molto apprezzabili le parole della Soprintendente Rea: "Ma la tratta T3 della metro C regalerà a Roma anche qualcosa che la capitale non ha mai visto: un cantiere spettacolo, con tanto di recinzioni trasparenti ed esposizione dei reperti che via via verranno rinvenuti con gli scavi archeologici preliminari. Un modo per attrarre i turisti ed evitare quell'effetto respingente che ogni cantiere porta con sè"
Aprire quanto prima la tratta già completata fino a Parco di Centocelle e quella in completamento fino a Lodi.
Pedonalizzare Piazza del Colosseo e i Fori Imperiali fino a via Cavour.
Vedremo chi sarà in grado di garantire fermezza su questi punti. Nel frattempo godiamoci le prime foto dei cantieri degli amici di MetroxRoma a questo link.
Concordo.
RispondiEliminaAggiungo un solo consiglio prendendo spunto da Report che da informazione di facile successo.
Report intervista e cita persone, cosiddette esperte, che vedono la città con lenti ideologiche e che si guardano bene dalla formulazione di proposte oppure se le danno sono fondate su pregiudizi che ripetono da anni, come l'altra sera abbiamo sentito.
Bisognerebbe invece comunicare alla città che la metro C, liberata dalle pratiche corruttive, è innanzitutto l'opera che, se realizzata fino a Farnesina, può salvare il nodo di Termini e contribuire a migliorare la vita dei romani. Da qui un appello al futuro sindaco per reperire le risorse finanziarie. L'opera è già finanziata oltre il 50%, è progettata e appaltata, il cantiere è avviato; cosa si aspetta a completare l'opera con fondi europei. Non giochiamo più con ipotesi improponibili di valorizzazioni che, se ci sono, debbono riguardare solamente la riqualificazione dei contesti urbani della stazioni e non la costruzione dell'opera.