domenica 26 agosto 2012

7 anni in deposito

Domani le rotaie della linea tranviaria numero 3 torneranno a essere percorse dai tram. Dopo sette anni di fermo. Anche se non riapre tutta la tratta, si viaggerà ancora in bus da Trastevere a Piramide per lavori ai binari, sembra, usurati dai tanti anni di non utilizzo.
In tanti e tante volte ci si è chiesta la vera ragione dell'interruzione del servizio, anche quando i motivi più evidenti sono venuti a mancare. Ne avevo già parlato qui. Ora sembra che si tornerà alla normalità, sebbene la cosa venga già sbandierata come una grande conquista dell'amministrazione (ciò che è ordinaria gestione a Roma diventa sempre straordinarietà...) e ci sarà sventolata sotto al naso alle prossime elezioni. Riattivare l'unica linea di trasporto pubblico su ferro tangenziale della città era un atto dovuto. Ma dalla prossima amministrazione ci aspettiamo molto di più. Se Alemanno nel suo PSMS delle favole ci aveva promesso 5 tranvie mai realizzate (le famose 5 circolari olimpiche) il prossimo sindaco dovrà seriamente dirci qual è la sua politica nei confronti del mezzo di trasporto che più di ogni altro ha significato una svolta in senso sostenibile nelle città di mezza Europa. Il mezzo veloce capiente ed ecologico che si incunea silenziosamente nei centri storici delle capitali, portando pedonalizzazioni, decoro urbano e in generale una maggiore vivibilità. Ma non in Italia. L'Italia odia il tram. Basti pensare alla vicenda di Firenze in cui una linea è stata riprogettata in sotterranea affinché il tram non passi vicino al Duomo. Come fa in tutte le altre città d'arte europee. Con evidente sperpero di tempo e denaro. 
Roma non è da meno in questa gara ad allontanare il tram dal centro storico, basta citare la TVA mai realizzata e il prolungamento dell'8 a Termini ridotto a un moncherino che nasconderà il capolinea in un cantuccio appartato di Piazza Venezia. La periferia d'altra parte non se la passa meglio, due esempi su tutti i corridoi della mobilità sulla Togliatti e la Laurentina declassati a corsia preferenziale per bus (e filobus).
Caro prossimo sindaco, sarebbe estremamente auspicabile che Roma tornasse ad amare il tram come all'inizio del secolo scorso, perché abbiamo strade adatte ad accoglierlo, perché costa dieci volte meno di una metro, perché non inquina, perché trasporta molte più persone di un bus, perché è un segno visibile nella città che porta riqualificazione e decoro se non si ha paura di mostrarlo e quindi segregarlo rendendolo odioso ai cittadini. E avvicinare finalmente Roma a una qualsiasi città dell'Europa civile.

mercoledì 22 agosto 2012

Metro News

Come potete vedere nelle Flash News a destra l'estate 2012 oltre a un afa mai vista ha portato anche delle novità per il futuro delle metropolitane romane. Innanzitutto i tecnici di Metrocspa annunciano trionfali che i lavori strutturali sulla prima tratta Pantano-Centocelle sono terminati consentendo l'avvio dei collaudi e del preesercizio, sembrerebbe fissato per il 1° Novembre. Sarebbe ragionevole dunque aspettarsi un'apertura della linea a primavera 2013, con qualche mese di ritardo rispetto all'ultimo cronoprogramma, ma comunque 5 anni dopo l'apertura dei primi cantieri. 

L'infinita questione dei cantieri della San Giovanni-Colosseo invece sembrerebbe (condizionale d'obbligo) definitivamente risolta con l'approvazione da parte della Corte dei Conti del quadro economico (792 mln) della tratta, privata purtroppo di tutte le opere complementari previste inizialmente come il museo dei fori. In ogni caso Aurigemma assicura che i cantieri apriranno nel mese di Settembre. Staremo a vedere. Passando al futuristico completamento della linea verso Prati passando per il centro storico, una visita del commissario europeo Tajani ai cantieri apre inaspettati spiragli riguardo a possibili finanziamenti europei. Anche qui per ora solo parole. Aurigemma volerà a Bruxelles per questo e ci auguriamo che sappia difendere bene il principale progetto per la mobilità romana. 

Brutte notizie invece per i progetti di espansione della B. Sulla Rebibbia-Casal Monastero pende l'incertezza dei finanziamenti derivanti dalla valorizzazione immobiliare dei terreni scelti (lungo la Tiburtina) per reperire fondi per il prolungamento. Sarà la bolla immobiliare o la crisi dei mutui o la delicata questione dell'area di Pietralata (ex SDO) non acquistata dai privati (60 milioni) ma per ora si danno i cantieri in apertura entro il 2013. Insomma nebbia fitta per lo sbandierato primo project financing integrale applicato alla costruzione di un'infrastruttura pubblica. Sorte ancora peggiore è toccata al prolungamento Jonio-Bufalotta della diramazione B1. La procedura per ora è stata sospesa perché il pf presentato dai privati sarebbe stato troppo impattante dal punto di vista urbanistico, almeno così dice Alemanno. E forse questo non è il peggiore di tutti i mali, vista la disastrosa gestione della linea B e B1, a cui tra meno di un anno si aggiungerà anche la stazione Jonio, nuovo capolinea della diramazione B1 in zona Tufello. Sarebbe il caso di risolvere tutti i problemi gestionali e strutturali garantendo un servizio minimo e parallelamente ripensare il tracciato verso Bufalotta per servire zone a maggiore densità senza devastare l'agro romano, magari con una serrata politica di fund raising nei confronti dello stato e delle istituzioni europee.


martedì 7 agosto 2012

Contraddizioni Italiane pt.1

Cemento, Referendum, Piano Casa e altre storie

Ieri il ministro per le politiche agricole Catania ha apposto la sua firma per la promozione di un referendum sullo stop al consumo del territorio nell'agro romano. Contestualmente ha affermato che presenterà un disegno di legge "con l'obiettivo di valorizzare i suoli agricoli e limitare il fenomeno della cementificazione su tutto il territorio nazionale." Secondo il ministro infatti lo scempio perpetrato ai danni del suolo fertile italiano deve essere fermato e occorre invece puntare alla riqualificazione del costruito, come le periferie urbane. Insomma in poche parole sostituzione edilizia, efficientamento energetico e qualità urbana. Un messaggio molto forte contro la cultura palazzinara del nostro "bel" paese di cemento. Un messaggio condiviso in modo bipartisan dai promotori del suddetto referendum, che insieme ad altri 7, si prefiggono di dare una svolta alla città di Roma sui temi del traffico, della mobilità, dei diritti, del mare, dell'ambiente, dell'edilizia: il comitato Roma Sì Muove infatti è composto dai Radicali, i Verdi e Umberto Croppi ex assessore pdl alla cultura di Roma.

Ma l'Italia si sa è un paese libero, e ognuno può fare quello che vuole. Così accade che il bel messaggio del ministro Catania sia affossato, svuotato e svilito dalle politiche urbanistiche di Roma Capitale e della Regione Lazio. 
Il comune infatti vorrebbe cementare 160 aree di agro romano, fuori da qualsiasi previsione pianificatoria e lontane da qualsivoglia mezzo di trasporto pubblico o servizio ma pericolosamente vicino a parchi riserve e aree di pregio. Il tutto in nome di un'emergenza abitativa che non tiene minimamente conto dei circa 250.000 alloggi sfitti nella capitale (secondo A.Bonelli dei verdi), della bolla immobiliare e della generale crisi dei finanziamenti. Il tutto nemmeno per costruire case popolari (cioé di proprietà del comune) ma case private in parte affittate a prezzi calmierati in parte a prezzo di mercato. Ma questa è solo l'ultima chicca. Vanno avanti i progetti delle centralità (come quella estremamente contestata di Romanina) e numerosi altri tentativi di attacco al territorio a colpi di varianti e deroghe al PRG.
Dalla Pisana invece arriva il famigerato Piano Casa, ormai in lavorazione da 3 anni ma già approvato, nonostante i rimpalli e le divergenze tra la legge regionale e quella del governo berlusconi. In pratica una deregolamentazione per allentare i vincoli di edificabilità di zone urbane e agricole. Un'altra bomba a cui forse solo la crisi economica che si proponeva di risolvere sta impedendo di scoppiare.
In conclusione onore al merito al ministro Catania per il suo gesto, ma da una delle maggiori cariche del paese ci aspettiamo che la profonda inversione di rotta implicita nel suo gesto diventi legge dello stato e che gli enti locali si allineino su questa rivoluzione culturale, l'unica in grado di salvare il "bel" paese.

domenica 5 agosto 2012

Aggiornamenti Metro C


Mentre i cantieri della tratta San Giovanni-Colosseo sono ancora un miraggio, come vanno le cose sulla prima tratta che secondo le ultime dichiarazioni di Alemanno di pochi giorni fa dovrebbe aprire nei "primi mesi del 2013"?
A Giardinetti, la stazione dove i binari della ex roma pantano si infilano nel sottosuolo, come potete vedere dalla foto è quasi completo il rivestimento vetrato, devo dire che fa un bell'effetto. Spero in una adeguata riqualificazione della Casilina che in quel punto è un budello infernale senza marciapiedi.A Torre Spaccata e Alessandrino emergono dalle recinzioni gli ascensori, vetrati anch'essi.
Ad Alessandrino stanno rifacendo i marciapiedi e la carreggiata della casilina occupata dal cantiere ma non si capisce la configurazione finale soprattutto per la viabilità. L'uscita lato nord è completa al rustico e le scale sono state rivestite.
A Parco di Centocelle non si riesce a vedere molto comunque si nota che l'atrio è stato completamente chiuso con delle porte a vetri ed è stata completata la scalinata di accesso alla stazione da via delle Tuberose. In tutte le stazioni sono in corso secondo le notizie ufficiali l'installazione degli impianti e delle finiture (giudicate voi stessi dalle foto aggiornate a Luglio), mentre i binari sarebbero già pronti da fine Giugno a permettere le prime corse di prova dei treni necessarie al collaudo della linea.
Insomma si direbbe che stavolta (l'ultima) scadenza potrebbe essere rispettata sebbene fosse previsto inizialmente per questa tratta di veder correre i treni a fine 2011.
Per gli agognati cantieri al Colosseo invece sembra che si stia aspettando un ulteriore tranche di finanziamenti dal CIPE, per coprire un incremento di costi dovuti a cambi nella normativa vigente (riguardo cosa?!? NdA) e la fine delle indagini della Corte dei Conti. Questo almeno quanto dice Alemanno. Sappiamo poi che resta in sospeso la questione della poltrona per la Polverini nel cda di Romametropolitane e non ultimo lo scetticismo della soprintendenza nei confronti del piano di viabilità relativo all'apertura dei cantieri che porterebbe il traffico troppo vicino all'anfiteatro.
Per ora non ci resta che trattenere il fiato in attesa che la fine del caldo estivo sia foriera di buone notizie.

giovedì 2 agosto 2012

C'è da crederci?

“[...] Imprimere un ulteriore impulso e implementare i controlli sul commercio abusivo nelle aree pubbliche, il contrasto al degrado urbano e, nell'ambito della viabilità, la fluidificazione del traffico, evitando quella moltitudine di soste irregolari che la danneggiano”

C'è da crederci? Quasi non sembra vero. Il nuovo capo della municipale sembra parlare come un blogger. Alemanno ci aveva già provato più di un anno fa: il risultato fu che la doppia fila invece che continua diventò tratteggiata. Nei pochi metri presidiati dai vigili no, per poi ricominciare subito in là. E solo sulle grandi arterie. Il tutto sarà durato sì e no tre mesi. 
Non ci resta che monitorare l'operato di Buttarelli e sperare che la sua non sia solo una sparata dal sapore elettoral-propagandistico.

mercoledì 1 agosto 2012

Metro, Poltrone e Polveri(o)ni

Succede a Roma, capitale dell'Italia, che mentre un sindaco si vende agli elettori sorrisi smaglianti promettendo la pedonalizzazione del Colosseo nel 2015, i cantieri dell'unica opera che potrebbe realmente supportare questo sogno, la metro C, restano al palo. E lo sono ormai da un paio d'anni.
Succede allo stesso tempo, che il consiglio d'amministrazione del braccio armato delle metropolitane di una capitale venga rimpastato per evitare un commissariamento imminente dopo aver perso il suo presidente per via dello scomodo dossier della Corte dei Conti sulla linea C.
Succede altresì che una governatrice regionale pretenda da anni una poltrona in suddetto cda, tenendo in scacco l'apertura dei cantieri della metro al Colosseo, per i quali deve erogare qualche centinaio di milioni. Succede poi che il comune della capitale approvi una delibera che porta da 3 a 5 i membri dei cda di numerose società controllate tra cui Romametropolitane, proprio mentre il Governo cerca di racimolare spiccioli falciando la spesa pubblica. Succede infine che il sindaco sorridente si ritrova con un mese di tempo per regalare la preziosa poltrona alla governatrice sfidando Spending Review, Passera, opposizione e credibilità. C'è da augurarsi che ci riesca? Da un lato sappiamo che ciò costituirebbe il nulla osta per vedere i cantieri della metro al Colosseo, di nuovo dopo 70 anni. Dall'altro, succede che nel polverone delle poltrone d'oro, a rimetterci siamo sempre noi.