lunedì 19 agosto 2013

Mare da amare


Nell'estate della liberazione dei Fori Imperiali dal traffico privato, nella stessa città, a 40 chilometri di distanza la situazione traffico esplode. Lo scenario di guerra è sempre il bellissimo litorale tra Ostia e TorVajanica. Sulla strada stretta tra gli stabilimenti e la tenuta di Castel Porziano gli autobus non passano più e il traffico impazzisce. La sosta è ormai regolata unicamente dalla mafia dei posteggiatori abusivi che offrono servizi di chaffeur per 5 euro incasellando le auto in ogni lembo disponibile fino a invadere la strada. E gli autobus si bloccano. Ne avevo purtroppo già parlato in questo post un anno fa:
Unica soluzione il divieto di sosta su tutta la litoranea tra la Colombo e Torvajanica con istituzione di una ciclabile e navette bus circolari climatizzate e accessibili. Auspicabile sarebbe la dotazione agli estremi del percorso di parcheggi interrati. Ostia è piena di brownfields che a costo zero per l'amministrazione potrebbero diventare strutture ricettive di qualità con annessi parking interrati con innumerevoli benefici: dallo spostamento di una rendita illegale a una legale (quindi con soggetti che pagano le tasse!) a vantaggio dell'amministrazione alla valorizzazione di un'area naturale protetta alla sostenibilità ambientale. Troppo bello per essere vero forse. L'amministrazione Marino che più di ogni altra sembrava tenere a cuore il problema intanto ha subito affossato il progetto del "Waterfront" di Ostia. Un'operazione che opportunamente rivista e corretta onde evitare derive speculative avrebbe avuto il pregio di valorizzare il mare della Capitale. Speriamo dunque che il sindaco voglia mettere il naso anche fuori dalle Mura Aureliane e che il prossimo anno non debba scrivere l'ennesimo post sull'emergenza litorale.

venerdì 16 agosto 2013

Metro C: Chiuso per (non) lavori

Continua il braccio di ferro tra Roma Capitale e Metro C SpA. Gli operai delle ditte coinvolte dallo stop ai cantieri giustamente protestano. Il comune altrettanto giustamente pretende dal costruttore un cronoprogramma e un dettaglio sui costi dell'opera. A rimetterci come al solito sono i cittadini e i lavoratori. Chi ha ragione quindi?Bisogna ricordare che per il monitoraggio di tempi e costi dell'opera esiste un organo che succhia un sacco di bei soldi pubblici e che si chiama Romametropolitane, il quale dovrebbe operare per conto della stazione appaltante (il Comune) nelle relazioni con l'appaltatore (MetroC S.p.A). Quindi la linea di Marino ha senso ma un sindaco dovrebbe potersi fidare delle aziende che operano per conto del l'amministrazione, quindi se la prendesse con RomaMetropolitane e magari indagasse sull'efficienza di questa società pubblica che non è stata in grado finora di far rispettare ne di esigere un solo cronoprogramma (definitivo). Per quanto l'intento sia nobile arrivare a far bloccare dei cantieri così importanti e mandare a casa così tante persone mi sembra da irresponsabili. Io credo che mettere pressione al costruttore sul rispetto di costi e tempi sia giusto ma la questione deve essere risolta al massimo entro ferragosto periodo in cui i cantieri sarebbero stati chiusi comunque. Non un giorno di più. In fondo i soldi per coprire gli extra costi che il consorzio pretende sono stati vagliati e stanziati due anni fa, c'è poco da fare. Si pensi piuttosto a premere per l'apertura della prima tratta della metro C, magari allungata fino a Lodi visto il ritardo, per i cantieri per Piazza Venezia e per la progettazione fino a Piazzale Clodio/Farnesina che ormai tutti i giornali danno per spacciata.

martedì 6 agosto 2013

Visioni di FuORI

«Dopo via Merulana e via Labicana, abbiamo perso altri 60 posti auto tra via degli Annibaldi e via Nicola Salvi». A denunciarlo, il comitato a difesa del rione Monti, che attraverso il suo portavoce Massimiliano Borgia, attacca il Campidoglio per «i tagli selvaggi ai parcheggi che stanno mettendo in ginocchio il commercio della zona. Anche perché dal Comune hanno già fatto sapere che aumenteranno subito il numero di vigili in queste strade, così i clienti non potranno neanche fermarsi in doppia fila. E i negozi, con gli incassi già crollati in queste settimane, rischieranno di chiudere»

Sarà il caldo, sarà la tensione politica, sarà che ormai da anni Roma è sprofondata in un provincialismo bieco, ottuso, violento e intollerante ma io non pensavo si potesse arrivare a tanto. La questione dei Fori Imperiali è stata come mettere il dito in un formicaio. Siamo al paradosso per cui riportare una situazione di illegalità cronica, di inciviltà permanente e di invivibilità assoluta come quella di via Merulana (potenzialmente una elegante via semicentrale) alla normalità è visto come un affronto, come un torto, una punizione. L'assioma per cui la sosta selvaggia porta guadagno ai commercianti è una delle menzogne più grandi e strumentali concepibile solo nella barbarie del medioevo romano. Se così fosse la maggiore arteria dello shopping milanese, che è una strada pedonale, sarebbe spacciata. Quanti clienti possono sostare in doppia fila per un negozio? Cinque? Quante persone potrebbero camminare o pedalare nello stesso spazio? 100? Per non parlare della zona in cui ci troviamo. L'Esquilino, forse il quartiere meglio servito dal trasporto pubblico di tutta Roma. Due linee metro a distanza ravvicinata la A con San Giovanni, Manzoni, Vittorio Emanuele e Termini e la B con Cavour e Colosseo. Un tram, il 3, che funge da ottimo collegamento circolare tra est e ovest e unisce le due metro, più altre due linee tranviarie per la periferia est, il 5 e il 14, più la maggiore stazione ferroviaria europea, e infine la Roma-Giardinetti. Eppure non c'è niente da fare, c'è chi si ostina a vedere nella lotta alla sosta selvaggia l'origine di tutti i mali e non la panacea contro traffico, smog e incidenti stradali quale è. Con buon pace del sindaco marziano. Che poi certi giornali cavalchino strumentalmente le proteste di pochi è un fatto che accentua ancora di più l'inspiegabile allergia di questa città alla legalità, al decoro, alla bellezza. Eh già che il signor Caltagirone, proprietario del Messaggero, ha subito un duro colpo alla sua attività cementificatoria a causa della delibera del Comune che impedisce di usare l'Agro Romano per nuove edificazioni come invece voleva Alemanno. Si deve essere arrabbiato proprio tanto, tanto da usare sempre i Fori come scenario di un'altra battaglia, quella sulla Metro C, che guarda caso costruisce sempre lui con la Vianini. Il consorzio vuole i soldi pattuiti per gli extracosti e minaccia la chiusura dei cantieri. E' vero che in qualche modo quei soldi gli sono stati concessi ed è vero che sono passati due anni. Tuttavia bloccare un'opera così importante che ha già ricevuto circa 2 miliardi di finanziamenti è forse un tantino estremo. Ma di dialogare col neo sindaco pare non ci sia molta voglia. Forse perché per la prima volta c'è qualcuno che a questi "extra" costi non crede fino in fondo. Insomma qualcuno che potrebbe "rompere le scatole" in futuro. Visto che in ballo c'è anche il prolungamento della Metro B a Casal Monastero già assegnato per 566 milioni e che dovrebbe fruttare anche tante nuove palazzine. Non solo. C'è anche la questione di Acea, di cui Caltagirone è un importante azionista. Un braccio di forza insomma. Le lobby gonfiano il petto contro un'amministrazione che, finora, sembra non voler perseguire la strada della collusione ma della legalità. Così, mentre le più disparate bizzarie vengono sparate contro la preferenziale dei Fori, come quella dell'architetto nostalgico secondo cui non poter vedere più il Colosseo dalla macchina è una perdita irrinunciabile e poco democratica, il mondo ha riacceso, dopo tanti anni, i riflettori sulla Roma Caput Mundi. Tutti i giornali stranieri hanno parlato dei Fori, si sono riaccesi dibattiti sugli scavi, sul parco archeologico. Ed è una sensazione bellissima. Ecco. Quando capiremo che Roma non è solo un'esca per fare affari con turisti sprovveduti, che Roma non è una serva da sfruttare ma un dono all'umanità intera allora forse, dal commerciante al costruttore, dal pendolare al turista, capiremo il valore del cambiamento, della legalità, del bello.

venerdì 2 agosto 2013

Non ce lo possiamo permettere!

La lotta al traffico è lotta di legalità

foto www.Romafaschifo.com
Dopo il vuoto pneumatico degli ultimi 5 anni, quello che sta facendo Marino spaventa. Era inevitabile. Dopo la politica dei contentini, del risolvo-tutto-senza-scontentare-nessuno-cioé-facendo-nulla abituarsi a una politica del tutto opposta, che contrappone l'interesse generale al particolare, che punta in alto, che persegue grandi obiettivi difficili e ostici nonostante le critiche, bhé è arduo. Le parole del sindaco sui Fori ad esempio mi fanno fremere di speranza, quando dice: «Leggo sui giornali le polemiche di tanti, la critica del tabaccaio o del corniciaio che parlano di disastro. Lo dico con rispetto, ma tra l'interesse di chi non si può fermare in macchina davanti al tabaccaio e la tutela del Colosseo io scelgo questo secondo interesse». Nemmeno Veltroni, a suo modo re del trasformismo, si era mai spinto così oltre. Il romano non può capire Marino, che risulta davvero un alieno. Perché dai Papi in avanti siamo stati abituati solo alle vessazioni agli inciuci e agli scandali, placati con contentini e munificenze, ma soprattutto sviluppando il meccanismo di autodifesa del "mors tua, vita mea". La via maestra segnata dai potenti a Roma è che più rubi e più sei furbo. E il romano è così. Più può rosicchiare qualcosa a suo vantaggio, più gode. In spregio a ogni norma e soprattutto all'interesse generale. Davvero io auguro a Marino di mantenere questa forza, di non spaventarsi delle mille minacce che i vari potentati, comitati, lobby gli rivolgeranno. Di perseguire i suoi nobili obiettivi con pervicacia. Finché restano nobili chiaramente. 
Stavolta però la giunta ha leggermente sbagliato il tiro. Parlo dell'aumento del ticket per le strisce blu. Non ne faccio una questione di populismo beninteso, bensì un discorso tecnico. Qual è l'obiettivo finale? Ridurre il numero di auto in circolazione. Ottimo, perfetto, nobile. Come lo raggiungiamo? Iniziando a interdire al traffico privato parti del centro storico, ad esempio i Fori Imperiali. Bene. Questo favorisce la pedonalità e la ciclabilità con risvolti positivi sul turismo, sulla salute e anche sugli affari dei commercianti, nonché rende più rapidi e quindi più competitivi i mezzi pubblici. Che altro? Aumento il ticket sui parcheggi regolari. Sbagliato!!
La lotta al traffico a Roma è innanzitutto una lotta di legalità. Roma è così "attraente" per le automobili perché possono fare quello che gli pare e piace. Sostare in divieto, in seconda terza e quarta fila, sui marciapiedi ecc, violare le isole pedonali. La sosta irregolare è la prima fonte del traffico di Roma. E' un principio così semplice. Lo stesso per cui Roma è attraente non solo per il traffico ma anche per la criminalità, il racket, la corruzione e così via. Colpire sistematicamente la sosta irregolare vuol dire far desistere la maggior parte dei romani dall'utilizzare l'auto. E la sosta regolare va incentivata non mortificata, soprattutto se fuori dal suolo pubblico. E non significa affatto che i negozi si svuoteranno. Anzi. Con marciapiedi finalmente liberati e strade restituite ai pedoni sarà molto più attrattivo fare la spesa sotto casa piuttosto che imbottigliarsi verso lontanissimi centri commerciali. Mi si dirà, e poi come ci spostiamo vista la carenza del trasporto pubblico? E avete ragione, ma così salviamo capra e cavoli. Con i proventi delle multe si finanzia in parte il TPL. Con le strade libere gli autobus arrivano e partono maggiormente in orario e diventano più allettanti. Per il resto è ovvio che servono investimenti. Le metro si devono espandere e soprattutto devono funzionare. Così come i tram e tutto il parco mezzi. Non ci possiamo permettere i blocchi ormai quotidiani sulla metro B ne leggerezze burocratiche come quelle che rischiano di bloccare i cantieri della Metro C nonostante i soldi siano stati stanziati tutti da due anni! Gli studi però dimostrano che nessuna politica di espansione del TPL funziona nel ridurre il traffico senza politiche di contenimento dell'uso dell'auto.
Dunque sindaco, facciamo rispettare le regole, multiamo la doppia fila, chi non paga il biglietto sui mezzi pubblici e perché no cacciamo dall'Atac chi non fa il suo lavoro a tutti i livelli, e la metà del problema sarà risolta da se. La lotta al traffico è innanzitutto lotta di legalità.