Il muretto dell'Ara Pacis resterà lì. Una folata di buonsenso ha pervaso il sindaco che ha deciso di
stoppare la folle operazione e destinare i fondi alla ristrutturazione di 3 scuole di periferia. Sappiamo bene quanto debba essergli costato rinunciare a
questa crociata, simbolo della furia di rimozione del quindicennio rosso che aveva connotato il suo insediamento al Campidoglio.
"L'epopea del muretto" però è solo una delle vicende esemplificative del fallimento del sistema alemanno. Un sistema che ha frenato bruscamente quando non cancellato tutti i progetti in corso nella capitale, salvo poi tentare di rilanciarli sotto la nuova bandiera dopo una attenta "revisione". Un sistema che probabilmente ha disperso più risorse per rafforzare la sua struttura interna piuttosto che per il bene della città. Lo dimostrano le parentopoli Atac e
Ama. Lo scandalo del vice presidente dell'aula Giulio Cesare,
Piccolo. Lo scandalo dei
punti verde qualità. Infine, lo scandalo EUR SpA,
le tangenti versate a Mancini da Finmeccanica per entrare nell'affare delle metropolitane capitoline. E proprio ad Eur Spa fanno capo le maggiori operazioni incompiute di questa amministrazione:
La Nuvola di Fuksas, il cui cantiere è fermo da mesi perché il comune non approva delle delibere su alcune varianti progettuali e la rilocazione dei parcheggi previsti sotto Piazza Marconi e poi cancellati dalla soprintendenza.
L'acquario sotto il laghetto, inspiegabilmente in ritardo di mesi. Il progetto Alfiere per la costruzione delle residenze di Piano al posto delle
torri delle finanze, di cui rimane solo il triste scheletro a causa del dileguamento dei soci dell'operazione immobiliare. E proprio questo orrore urbano è una delle cause della
mancata vendita della "lama", l'albergo adiacente alla Nuvola, i cui proventi servivano per completare il centro congressi prima osteggiato da Alemanno e poi assurto a simbolo del famoso Secondo Polo Turistico. Già. Che fine ha fatto il cavallo di battaglia alemanniano di portare a compimento la Terza Roma che si estende verso il mare? In cinque anni nemmeno un progetto ha visto la luce.
Il Waterfront di Ostia, operazione principe, ha appena visto approvata la variante urbanistica. Il resto (soprattutto i finanziamenti) è tutto in alto mare.
Sul fronte del trasporto pubblico molto abbiamo detto. Totale immobilismo anche nel portare a termine i pochi progetti già avviati, basta pensare al disastro della metro B1. Il caso più emblematico è sicuramente il corridoio della mobilità Laurentina-Tor Pagnotta. Osteggiato quando era ancora all'opposizione cavalcando il risentimento dei cittadini. Annullata la gara all'insediamento. Riavviata dopo mesi che ad oggi nessuno sa a cosa siano serviti (senza voler pensar male). Fino alla situazione attuale in cui dopo tre anni di cantieri è tutto desolantemente fermo. I filobus ancora ostaggio dell'inchiesta sulle tangenti tra Finmeccanica e Eur SpA. E la strada, la laurentina, ostaggio di cantieri infiniti.
Altri grandi propositi erano contenuti nel pomposo Progetto Millennium ma poco o nulla è stato realizzato. Due su tutti: la demolizione di Tor Bella Monaca e la pedonalizzazione del Tridente. La prima dopo i proclami è rimasta semplicemente lettera morta. Sul secondo ne abbiamo viste di tutti i colori. Riqualificata ma non preclusa fisicamente al traffico qualche vietta del tridentino grazie agli oneri concessori di imponenti operazioni immobiliari (Rinascente, Louis Vuitton) il resto è una debacle totale.
Via di Ripetta rifatta con 900 mila euro è ancora stuprata dal traffico e dalla sosta selvaggia, il sindaco non ce l'ha fatta a mettersi contro quattro commercianti che hanno fatto cagnara per avere le maghine davanti alle vetrine. Stessa sorte per la Passeggiata di Ripetta che doveva essere riqualificata grazie a un sottopasso, un parcheggio interrato e una bellissima terrazza pedonale sul tevere di fronte all'Ara Pacis. Niente da fare, Italia Nostra ha bloccato tutto. Intanto il vicino
mausoleo di augusto versa nel degrado e nell'abbandono attendendo da troppi anni un progetto di riqualificazione (pronto) che non parte mai. Ci siamo poi tutti dimenticati del faraonico progetto di ampliamento del parcheggio al Galoppatoio che col suo people mover avrebbe portato i residenti direttamente a Piazza del Popolo consentendo la tanto sospirata pedonalizzazione del tridentino. Che fine ha fatto? Ultimo in ordine cronologico ma forse emblema di tanto fallimento il caso di via Giulia. Da un lato la sciatteria di un'amministrazione che di concerto con le soprintendenze avrebbe dovuto affidare il caso a un concorso internazionale. Dall'altro le solite proteste strumentali di residenti e sedicenti intellettuali pronti a tutto pur di difendere il loro diritto a parcheggiare abusivamente su quella che ancora si ostinano a definire la strada più bella di Roma. Ad oggi una rimessa a cielo aperto.
Il sindaco ha già fatto marcia indietro per non scontentare nessuno e pare che addirittura il ministro Ornaghi gli abbia fatto giungere la sua contrarietà. Quello che è evidente però, almeno a me, è che a rimetterci è come al solito la città, i cittadini e i turisti che perderanno un sito archeologico unico valorizzato come si deve e la possibilità di tornare finalmente a vivere e passeggiare sulla strada dei Papi. Oggi strada dei Suv.