venerdì 22 novembre 2013

Il tram 1 che vorrei

Via Nazionale, Pianificazione e Priorità

La linea più breve per unire due punti è la retta. Lo insegnano dalle elementari. Perché allora Marino ci propina questa "nuova" linea tranviaria, enfaticamente chiamata linea 1, da Termini a Trastevere sui binari esistenti (un mix tra linea 5 e 3) dal percorso tortuosissimo, lenta e forse inutile? Quale studio trasportistico la giustifica? Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere per la mobilità cittadina? Che flussi drena? Poi, con quali vetture sarà esercita? Andrà a penalizzare le frequenze delle altre linee? Non è dato sapere. Sappiamo però che probabilmente sarà un flop. Sette chilometri e mezzo con innumerevoli incroci e fermate. I coraggiosi utenti del trasporto pubblico continueranno a preferire l'autobus (l'H, il 40 ecc..) o la combinazione metro B fino a Piramide e tram 3. Eppure c'è un asse non servito da trasporto su ferro, che genera una domanda elevatissima e infatti è sempre ingolfato di bus e taxi, via Nazionale. La connessione Termini-Piazza Venezia è la portante per tutti coloro che devono raggiungere il centro storico o Trastevere. E a Piazza Venezia ora già arriva il tram 8 che porta proprio a Trastevere. Una storia vecchia lo sappiamo bene, quella della TVA. Osteggiata dalla soprintendenza per i "fili" che deturperebbero i palazzi storici (non i torpedoni con i loro scarichi inquinanti e puzzolenti). Eppure lì i binari ci sono sempre stati come dimostra questa bellissima foto d'epoca. Come potete vedere nella mappe sotto bastano 2,5 km di binari per creare la vera linea 1, Termini-Trastevere. Una linea che raggiungerebbe diversi obiettivi:
- Collega la stazione di porta della città con il centro storico con un percorso breve e diretto
- Consente la soppressione di numerose linee bus con evidente beneficio ambientale
- Connette Termini (MA,MB,FR,AV) alla futura stazione Metro C Venezia.
- Raggiunge parzialmente uno degli obiettivi che era della Metro D di cui infatti segue più o meno il percorso: scaricare la Metro B nel suo tratto più congestionato, quello centrale consentendo a chi viene da oltre Tevere di non dover traversare la sponda e gravare sulla linea blu.
 - Innerva una serie di centri d'attrazione di primaria importanza: Piazza della Repubblica, Il Palazzo delle Esposizioni, La Banca d'Italia, il Viminale, i Mercati di Traiano.
Certo ci sono dei problemi importanti da risolvere: in primis il passaggio davanti al Vittoriano. Ci sono esempi in tutto il mondo di tram in centro storico senza linea aerea. In secondo luogo c'è l'interferenza con il cantiere della stazione metro C a Venezia, che però coordinando i due progetti si potrebbe risolvere. Basti pensare che durante la costruzione della metro A sono stati tenuti in funzione i binari della "tranvia dei castelli" scavandoci sotto! C'è poi la questione della salita di via IV Novembre, che tram moderni dovrebbero sopportare. Infine il capolinea a Termini da ripensare perché interferirebbe pesantemente con la viabilità privata. Si potrebbe intanto creare un capolinea tronco al posto della teca che è stata demolita in Piazza dei Cinquecento. Quanto costerebbe il tutto? Tra gli scavi archeologici, i binari, le fermate e il rotabile forse 60 milioni. Una cifra irrisoria per una svolta epocale nella mobilità cittadina. Volere è potere.

Tram 1: la proposta di Marino

Tram 1 secondo Mobilita(')Roma

lunedì 18 novembre 2013

Chi è causa del suo mal pianga se stesso

NOPUP, NOPOMPI, NOBUS

foto: Romafaschifo.com
Questa è via Albalonga. Meglio nota come la strada di Pompi, quello del tiramisù. Un fulgido romanissimo esempio del fatto che privatizzare in Italia conviene. Conviene al privato, ça va sans dire. Il bar, o meglio i suoi avventori, hanno privatizzato la strada, usata come parcheggio a tutte le ore. Ogni "buco" è buono. Tanto Pompi organizza anche il servizio d'ordine con agente in fratino e fischietto e un megafono per segnalare all'interno le auto da spostare. Ora il fenomeno è talmente deflagrato che gli autisti dell'Atac non ci passano più, deviano deliberatamente i bus per non rimanere incastrati. E i residenti protestano. La stampa locale finalmente si accorge di questa annosa questione dopo anni di denunce inascoltate dei blog (Romafaschifo e Propuproma su tutti). Si mobilita anche la presidente del maximunicipio VII. C'è un particolare che viene omesso però in questa storia. Sono tutti indignati ma forse nessuno più si ricorda che gli stessi residenti che ora protestano per riavere il bus e una strada civile sono quelli che hanno fatto una vera e propria guerra contro il progetto che tutto questo avrebbe evitato. Il famigerato parcheggio interrato. Posti auto "legali" e una riqualificazione della via a costo zero per l'amministrazione pubblica. La strada sarebbe diventata così come vedete nel render qui sopra. Bella no? Forse troppo. Tanto bella da non consentire più la sosta irregolare. Il peggior spettro per i residenti. Dopo la strenua mobilitazione popolare il sindaco Alemanno blocca la costruzione del PUP. Vittoria! Finalmente è stato ripristinato il sacrosanto diritto a parcheggiare ovunque si desideri in spregio a ogni regola del codice della strada, della convivenza civile, dell'occupazione di suolo pubblico e dell'interruzione di pubblico servizio. L'avete voluto voi, ora di che vi lamentate? Se uno è residente ha più diritto degli altri al parcheggio selvaggio? Questo è il far west che avete voluto voi. E nel far west vale la legge del più cafone. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. La presidente Fantino intanto annuncia:
"Ho chiesto anche all'assessore Improta di intervenire perché la viabilità di via Albalonga venga modificata. Devono rimanere due corsie, una per senso di marcia, magari allargando i marciapiedi, così da impedire che anche una sola auto si possa fermare". Sbalorditivo. E' la prima volta nella storia di Roma in cui si propone di ampliare dei marciapiedi per combattere la sosta selvaggia. Un pensiero talmente semplice che fa terrore a tutti. Il pensiero giusto. Grande Susi Fantino. Piccolo problema. Con il bilancio che ci ritroviamo non usciranno mai fuori i soldi per realizzare questo sogno. Soldi che sarebbero stati versati invece come oneri concessori per la costruzione del PUP. Proprio quei PUP che la stessa Fantino ha sempre osteggiato. Un cane che si morde la coda dunque. Succede quando ci si oppone strumentalmente e malevolmente a soluzioni che sono lo standard in tutte le capitali europee. Dunque di nuovo. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

lunedì 11 novembre 2013

Che ponte che fa

Rieccomi a parlare di ponti. Quelli che gli antichi Romani erano famosi per saper costruire in una notte. Una perizia che abbiamo indubbiamente perso. Non riusciamo proprio a farne una giusta. Partiamo dal Ponte della Scafa, attesissima opera che dovrebbe stappare la comunicazione tra Ostia e Fiumicino, attualmente costretta su un imbuto a una corsia. Come al solito dopo decenni di burocrazia e ricerca di fondi si parte con i lavori, subito interrotti per ritrovamenti archeologici. Una nave romana. Non ci siamo fatti mancare nemmeno il solito ricorso al TAR del secondo arrivato (Salini). E proprio casualmente grazie al ricorso il Comune ha scoperto di aver affidato la gara a un progetto che non era conforme al bando. La vicenda, come potete leggere nell'articolo linkato, è condita di italici risvolti di corruzione, di giudici rimossi, ecc. Io trovo comunque molto più esilarante che chi bandisce una gara poi non si renda conto che quello che gli viene proposto non è quello che aveva chiesto. In ogni caso è tutto da rifare. E giù soldi pubblici nello scarico. Fa ancora più impressione se si pensa che dall'altra parte della città, per un altro ponte, è successa la stessa cosa. E' la passerella ciclopedonale che doveva scavalcare l'Aniene e portare i pendolari alla stazione metro B1 di Conca d'Oro.  Il comune ha approvato un progetto non conforme alla legislazione vigente. E la quarta ditta in graduatoria ha vinto un ricorso che ha fatto annullare tutto il bando. Il ponte doveva essere pronto con la metro cioé più di un anno fa. Ad oggi tutto ancora tace.
Non va meglio se guardiamo invece i ponti già realizzati. Il Ponte della Musica ad esempio è stato inaugurato due anni fa, già ampiamente in ritardo, ma i lavori per collegarlo alle banchine del Tevere non sono ancora terminati. Un sistema di lunghe rampe di risalita sul lato Montemario e addirittura un "teatro" all'aperto sul lato Flaminio, spacciato come propaggine dell'auditorium e del Maxxi verso il fiume. Che probabilmente tra pochi giorni sarà sommerso dalla prima piena. 
Gli fa buona compagnia il Ponte della Scienza. I lavori qui invece sono finiti, riqualificate le sponde, create le connessioni con gli argini del fiume. Tanto che il ponte, di soppiatto, è addirittura percorribile. Beffa delle beffe però non è mai stato inaugurato.

Piuttosto i solidi maledetti vandali hanno pensato bene di cominciare a distruggerlo prima che sia mai entrato in funzione. E sappiamo bene che "isolamento" equivale a "degrado". E il ponte è più solo che mai. Manca il fondamentale sbocco sulla via Ostiense di cui tante volte ho scritto, che lo rende se non proprio inutile, quantomeno monco. Ci vuole così tanto a dare un'asfaltatina a via di Riva Ostiense? La città delle bici sognata da Marino sembra sempre di più la città del degrado e dello spreco.
Voglio chiudere con un cavallo di battaglia, ne ho parlato fino allo sfinimento ma è una vicenda talmente surreale che non me ne faccio una ragione. Si tratta del Ponte sul GRA per il Filobus della Laurentina. Le palazzine di Fonte Laurentina (Tor Pagnotta 2) non si vendono, Caltagirone non lo fa. Il comune disperato pensa di costruirlo con soldi suoi che ovviamente non ha, per quanto sia oltremodo riprovevole fare un regalo del genere a un costruttore privato miliardario. Ad oggi i poveri abitanti del quartiere e il loro cdq stanno ancora elemosinando attenzione da parte del Municipio sul tema. I lavori per la corsia preferenziale intanto vanno avanti con estremo ritardo sul pur ritardato cronoprogramma. Non ci sono i filobus, non c'è la linea aerea. Quello che procede speditissimo invece è il cantiere del nuovo centro commerciale sulla Laurentina altezza via di Tor Pagnotta. Un altro inutile mostro attira auto a 2km da Euroma2. Alla faccia della crisi e del rilancio del commercio di vicinato.

giovedì 7 novembre 2013

Soluzioni (troppo) semplici

ATAC, la truffa dei biglietti, Firenze e il telefono

A Roma da decenni Atac stampa biglietti da immettere sul mercato senza rendicontarli, incassando cioé denaro 'pulito' da usare per operazioni sporche e finanziamenti alla politica per un totale di circa 70 milioni l'anno. Ce lo rivela un'inchiesta di Repubblica. A Roma l'evasione tariffaria è al 35%, 40%. 
A Firenze da quasi due anni il biglietto del bus si fa via SMS. Tutti hanno un telefono quindi non servono centinaia di MEB (macchine emettitrici di biglietti) costose da installare e manutenere, non serve la carta dei biglietti e soprattutto non si può 'stamparne' di più di quelli venduti a scopo di truffa. Un risparmio notevole e un ulteriore guadagno dato dalla facilità di acquistare il ticket che disincentiva l'evasione. Niente code, niente ricerca disperata di un tabacchi o degli spicci, eliminazione del fenomeno di accattonaggio che accompagna ormai ogni acquisto di un biglietto alla macchinetta. Una rivoluzione. Talmente semplice che non si può fare. Lo scandalo odierno dell'Atac è di una gravità assoluta ma è reso ancora più odioso dalla facilità con cui potrebbe essere annientato. Certo rimarrebbe sempre il problema degli stipendi d'oro, di parentopoli, degli appalti gonfiati ecc. Ma almeno, quello che si può risolvere subito, perché non lo risolviamo?

lunedì 4 novembre 2013

Non c'è proprio bisogno di prolungare l'orario della metro a Roma


Come mai non si fa? Ah giusto, bisogna fare gli straordinari e in Atac si rifiutano. D'altra parte Atac è sul lastrico. Intanto però si potrebbe tagliare un 10% dello stipendio dei dirigenti e pagarci le corse in più della metro. Che ne dite? Marino, vuoi sempre la città dei pedoni e delle bici?