venerdì 6 settembre 2013

Quei progetti dimenticati che con la Metro C sbloccherebbero tutto il quadrante est

Ancora non si sa quando riapriranno i cantieri della Metro C tuttavia quello che è quasi certo è che entro Dicembre la prima tratta fino a Centocelle entrerà in pre-esercizio, pena la perdita dei 300mln stanziati col "Decreto del Fare" per la Fori Imperiali-Venezia. Un bel gruzzolo a cui nessuno vuole rinunciare. Sembra inoltre che ci sarà un giro di vite sul cronoprogramma: l'anno prossimo si potrà scendere a Lodi e tra due anni a San Giovanni. Si avvicina insomma il momento in cui la terza linea underground romana diventerà protagonista della mobilità della Capitale. E la Capitale è pronta? La risposta ovviamente è no. Dove andranno a finire i passeggeri di questa linea nell'attesa che raggiunga i nevralgici scambi con A (2016) e B (2020)? Come si integra questo nuovo asse portante con gli altri mezzi di trasporto? Non si sa. O meglio, nulla è stato fatto finora. Eppure di possibilità ce ne sono tante. Possibilità che renderebbero la periferia est innervata da una rete efficiente di trasporti. Vediamole dal centro verso la periferia:

1. La priorità numero uno dovrebbe essere riservata alla costruzione della stazione FS Pigneto, ricavata nel vallo ferroviario.  Un anno fa tutto sembrava pronto. C'era il progetto definitivo, l'accordo RFI/Comune/Regione, le delibere, i soldi. Mancava qualche milioncino degli 80 totali ma niente di impossibile. Poi non se ne è saputo più nulla. Allacciare la linea C all'anello ferroviario è fondamentale per movimentare i passeggeri sulla FR1, rendendo facilmente accessibile Tiburtina o l'aeroporto di Fiumicino, nonché le metro A a Ponte Lungo e B a Piramide a tutta la periferia est. Una connessione che sarebbe stata una manna dal cielo nel periodo in cui la C farà capolinea a Lodi. Non solo. Il progetto di copertura del vallo consentirebbe anche di trasformare la ex Roma-Giardinetti in tram che si unirebbe al resto della rete su via Prenestina. Insomma, Pigneto diventerebbe un nodo di scambio potentissimo tra metro, tram, FR1,4,6,7,8.

2. Di pari importanza ma di molto più antica gestazione è la Tranvia sulla Palmiro Togliatti. Se ne parla da troppo tempo, c'è addirittura una delibera di iniziativa popolare depositata in Comune da anni. Averla avuta operativa all'apertura della metro C fino a Centocelle avrebbe consentito di raggiungere agevolmente la metro A a Subaugusta, la B a Ponte Mammolo, la FR2 e il tram 14. Tutte valide alternative alla malandata Roma-Giardinetti, che invece sarà l'unico mezzo a diposizione per chi deve proseguire il viaggio verso il centro. Il progetto è stato inserito nel rapporto ferrotranviario redatto dall'Agenzia della Mobilità nel 2012. Costo: 82 milioni. Una quisquilia in confronto alle cifre della metro C. Eppure è ancora tutto fermo.

3. La metro leggera Anagnina-Torre Angela: connettere l'estrema periferia sud-est a due linee di forza del TPL come metro A e C, all'autostrada A1, al polo universitario di Tor Vergata, al Policlinico, al nuovo quartiere residenziale di Romanina con un mezzo moderno quasi tutto in superficie. Un sogno. Nel cassetto. Non ci sono i soldi. 380 milioni di cui solo qualche decina versata dal costruttore della nuova centralità (Scarpellini). C'è l'avversione dei comitati di quartiere che non vogliono un'invasione di cemento in cambio di un servizio ritenuto insufficiente e neanche finanziato del tutto dal privato. Il progetto rimane lettera morta, eppure sarebbe uno smistatore eccezionale per liberare la periferia sud-est dalla schiavitù del GRA.

In conclusione, con un totale di 542 milioni si renderebbe un intero quadrante della città autosufficiente per il trasporto su ferro. Soldi con cui non si costruiscono neanche due stazioni della metro C. Dobbiamo davvero rassegnarci alla favola del non ci sono fondi o vogliamo ricominciare a pianificare nel tempo uno sviluppo coerente, organico e lungimirante della città? Che Improta si dia da fare.

3 commenti:

  1. Questi Post sono sempre molto interessanti e di una logica stringente. Speriamo davvero che Qualcuno (magari Improta) in Campidoglio dia un'occhiata a questo blog!

    Mc Daemon

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  2. Che in una città un filo più normale anziche puntare tutto su una mega struttura che sta affondando negli scandali, nei tempi dilatati, nei costi monstre e in perenne crescita si sarrebbero potuti spendere quei soldi per progetti piu seri, semplici e tecnicamente realizzabili in poco tempo. Ma della chiusura dell'anello ferroviario non si parla proprio piu?

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  3. Divaga Dottò....è dal 1891 (da quando fu connessa la linea di Firenze con quella Tirrenica, realizzando Tuscolana, Ostiense e Trastevere vecchia stazione) che se parla daa chiusura dell'anello....
    Per Romanina, Tor Vergata Giubileo, Tor Vergata Ospedale sarebbe sufficiente un prolungamento della linea A da Anagnina. Se l'avessero fatta risbucare all'incrocio con Tor Bella Monaca avrebbe potuto proseguire sulla sede della "Fiuggi" fino a Pantano. Il servizio sulla via Casilina sarebbe stato garantito da un tram a normale scartamento (distanza tra una rotaia e l'altra di 1435 mm) da Temini per Prenestina, Circonvallazione Casilina a Tor Bella Monaca (Nuova - V.le Archeologia), con o senza tombamento della trincea ferroviaria.
    Ma...welcome in Italy....finché l'automobile sarà la Dea degli italiani...il gioco è fatto.... Quando Assharamimassàd Habù Jihad Shè Dayan ve ristaccheranno e rubbinetto ne riparleremo...

    Tramvinicyus TPL come primo Social Network della Storia

    PS Tornno a complimentarmi vivamente per questa "testata on line" fatta benisimo e sempre più interessante.....

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