
Poche cose, che sicuramente i più scettici additeranno come perdite di tempo, come il fatto che non sono i veri problemi della città. Eppure le poche prime azioni di Marino sono tutte frecce scoccate verso un obiettivo riconoscibile, disegnano una direzione precisa. Sono simboli, e i simboli contano. Cinque anni fa c'erano i saluti romani sotto al campidoglio, oggi un sindaco in bici. E sorprendente, dopo i 5 anni di oscurantismo appena trascorsi, è anche la modalità con cui sono state messe in campo questi primi provvedimenti. Decisione e partecipazione. Mi riferisco per esempio alla seduta congiunta del consiglio comunale e regionale. Una dimostrazione di collaborazione mai vista prima, per quanto facilitata dall'appartenenza alla stessa fazione politica, che fa dimenticare in fretta i tristi battibecchi tra Alemanno e Polverini per esempio sui finanziamenti per la metro C, bloccati in Regione a causa di interessi politici. Oppure all'assemblea tra cittadini, Municipio, Agenzia della Mobilità e Atac sulla pedonalizzazione dei Fori. Insomma, ci si pongono obiettivi ambiziosi, si ascoltano le esigenze di tutti e si va avanti. Poche cose dicevo. Che hanno dietro grandi visioni però. Visioni incoraggianti.
Partiamo dall'argomento caldo del momento: i Fori. Centinaia di articoli su pedonalizzazione sì, no, non così, non adesso, non è una pedonalizzazione. Abbiamo sentito di tutto. Le grandi rivoluzioni non sono mai condivise da tutti. Spaventano. Eppure dietro c'è una visione di città, di vita quasi. Le auto private non sono più al primo posto. Al primo posto c'è il trasporto pubblico e la tutela del patrimonio culturale. Bum. Un pensiero talmente semplice e talmente rivoluzionario da essere sconcertante. E cari residenti e commercianti terrorizzati dalla diminuzione dei posti auto e dall'aumento del traffico state tranquilli. Il traffico con il tempo si normalizzerà perché troverà altri sfoghi, in primis perché molti per fortuna rinunceranno all'auto. E' quello che succede in tutti i casi di limitazione della "automobilità" (vedi la Congestion Charge a Londra, L'area C a Milano ecc..). In secondo luogo vedrete che il recupero della pedonalità del centro porterà più soldi ai vostri esercizi e non meno. Ci sono studi che dimostrano anche questo.
Passiamo alla lotta al commercio abusivo ambulante: un'altra rivoluzione. Talmente grande che è costata la poltrona al capo dei vigili reo di non aver inviato tempestivamente i suoi uomini nelle piazze come richiesto dal sindaco. E' vero, per ora riguarda solo poche piazze, il fenomeno si è solo spostato e non annullato. Eppure è un altro squarcio di luce dopo il medioevo degli ultimi anni. La Legalità e il Decoro tornano di moda. Nonostante il re del commercio ambulante sieda ancora in consiglio comunale. E quando inneschi una miccia spesso si accende un circolo virtuoso. Ecco che le bancarelle spariranno anche da Piazza Risorgimento. Così alle parole legalità e decoro forse potremo unire anche dignità. Una parola di cui Roma ha estremo bisogno. Non solo. In questi giorni a seguito dell'ennesimo omicidio di stampo mafioso sul litorale il sindaco prende il "trenino" e da' mandato di scoperchiare le nefandezze del sistema di gestione delle nostre spiagge e di tutto l'indotto. Altro gesto simbolico: ancora legalità e presa di coscienza che la capitale è nella mani delle cosche.
Insomma, nei suoi primi giorni Marino ha aperto una finestra di speranza e aria fresca sulla città. Adesso però questi primi "gesti" devono diventare strutturali. Le idee che ci sono dietro sono ottime, ma vanno perseguite a tutti i costi, con ossessione: il trasporto pubblico non può limitarsi a una strada pedonale, bisogna prolungare e completare la rete delle metropolitane, investire sui tram, sui treni, sulle pedonalizzazioni, sulla lotta senza quartiere alla sosta irregolare, su una rete di piste ciclabili vere, sui parcheggi nei nodi di scambio. Così come l'idea di decoro deve essere declinata in una cura maniacale degli arredi urbani, degli spazi pubblici, delle aree verdi, nel pugno di ferro verso chi sporca e imbratta, nel recupero delle aree abbandonate, in una campagna martellante di educazione civica nelle scuole. E la legalità: cartelloni abusivi, concessioni commerciali, edilizie, parentopoli, tangenti, evasione fiscale, così come riduzione della burocrazia che spesso scoraggia chi vuole seguire le regole. Da fare ce n'è. E i segnali finora sono incoraggianti. Marino, sorprendici.
Partiamo dall'argomento caldo del momento: i Fori. Centinaia di articoli su pedonalizzazione sì, no, non così, non adesso, non è una pedonalizzazione. Abbiamo sentito di tutto. Le grandi rivoluzioni non sono mai condivise da tutti. Spaventano. Eppure dietro c'è una visione di città, di vita quasi. Le auto private non sono più al primo posto. Al primo posto c'è il trasporto pubblico e la tutela del patrimonio culturale. Bum. Un pensiero talmente semplice e talmente rivoluzionario da essere sconcertante. E cari residenti e commercianti terrorizzati dalla diminuzione dei posti auto e dall'aumento del traffico state tranquilli. Il traffico con il tempo si normalizzerà perché troverà altri sfoghi, in primis perché molti per fortuna rinunceranno all'auto. E' quello che succede in tutti i casi di limitazione della "automobilità" (vedi la Congestion Charge a Londra, L'area C a Milano ecc..). In secondo luogo vedrete che il recupero della pedonalità del centro porterà più soldi ai vostri esercizi e non meno. Ci sono studi che dimostrano anche questo.
Passiamo alla lotta al commercio abusivo ambulante: un'altra rivoluzione. Talmente grande che è costata la poltrona al capo dei vigili reo di non aver inviato tempestivamente i suoi uomini nelle piazze come richiesto dal sindaco. E' vero, per ora riguarda solo poche piazze, il fenomeno si è solo spostato e non annullato. Eppure è un altro squarcio di luce dopo il medioevo degli ultimi anni. La Legalità e il Decoro tornano di moda. Nonostante il re del commercio ambulante sieda ancora in consiglio comunale. E quando inneschi una miccia spesso si accende un circolo virtuoso. Ecco che le bancarelle spariranno anche da Piazza Risorgimento. Così alle parole legalità e decoro forse potremo unire anche dignità. Una parola di cui Roma ha estremo bisogno. Non solo. In questi giorni a seguito dell'ennesimo omicidio di stampo mafioso sul litorale il sindaco prende il "trenino" e da' mandato di scoperchiare le nefandezze del sistema di gestione delle nostre spiagge e di tutto l'indotto. Altro gesto simbolico: ancora legalità e presa di coscienza che la capitale è nella mani delle cosche.
Insomma, nei suoi primi giorni Marino ha aperto una finestra di speranza e aria fresca sulla città. Adesso però questi primi "gesti" devono diventare strutturali. Le idee che ci sono dietro sono ottime, ma vanno perseguite a tutti i costi, con ossessione: il trasporto pubblico non può limitarsi a una strada pedonale, bisogna prolungare e completare la rete delle metropolitane, investire sui tram, sui treni, sulle pedonalizzazioni, sulla lotta senza quartiere alla sosta irregolare, su una rete di piste ciclabili vere, sui parcheggi nei nodi di scambio. Così come l'idea di decoro deve essere declinata in una cura maniacale degli arredi urbani, degli spazi pubblici, delle aree verdi, nel pugno di ferro verso chi sporca e imbratta, nel recupero delle aree abbandonate, in una campagna martellante di educazione civica nelle scuole. E la legalità: cartelloni abusivi, concessioni commerciali, edilizie, parentopoli, tangenti, evasione fiscale, così come riduzione della burocrazia che spesso scoraggia chi vuole seguire le regole. Da fare ce n'è. E i segnali finora sono incoraggianti. Marino, sorprendici.