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A Roma si può morire di degrado.
Un ragazzo di 30 anni si è schiantato contro un cartellone abusivo piazzato in mezzo allo spartitraffico di via Tuscolana in seguito a una caduta dallo scooter, ed è morto.
A Roma si può morire ammazzati, di pioggia e anche di abusivismo.
Non mi dilungo su questo lasciando all'ottimo articolo degli amici di Cartellopoli il commento sui fatti.
Vorrei solo ricordare che non è la prima volta che si verifica un tale episodio:
Da oggi però non voglio più sentire, parlando di affissioni abusive, che si tratta solo di un problema estetico.
E' un problema di legalità, di diritto innanzitutto. Ed è un problema che fa morire le persone.
Ma come siamo arrivati a ciò? Come è possibile che il proliferare illecito, incontrollato,di cartelloni abusivi abbia distrutto l'immagine di una intera città?
Cartellopoli è un blog antidegrado che da anni denuncia la gravità del problema dei cartelloni abusivi a Roma.
Una battaglia evidentemente scomoda, tanto che a fine 2010 la procura pensa bene di chiudere il sito in quanto istigherebbe alla rimozione fai-da-te dei cartelloni stessi. Il che oltre a essere totalmente falso è anche scioccante. Viene punito chi si ribella a un abuso e non l'abuso stesso. Forse la procura non si rende conto che i cittadini sono stanchi di subire soprusi e la giustizia personale è atto disperato quando c'è totale assenza di legalità.
http://mobilitaroma.blogspot.com/2010/12/sequestrato-cartellopolicom.html
All'inizio del suo mandato la giunta Alemanno vara il cosiddetto Piano Regolatore degli impianti pubblicitari. SI divide la città in zone concentriche, le periferie possono ancora ospitare i famosi 4x3 (12 metri quadri di pubblicità che valgono oro n.d.r.), si tenta di arginare il fenomeno in centro. Tra l'altro viene instituito una specie di condono. Affiggi abusivamente e ti autodenunci? Mi paghi e ti regolarizzo. Una strategia ormai tristemente nota.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_febbraio_2/deleo-affissioni-polemiche-cartellopoli-181385632599.shtml
Ma quali sono i risultati? Pochi, o nulli. Il centro storico e la città tutta continuano a essere oscurati dagli orridi manifesti. Il problema assume toni politici, e più di un esponente di partito si fa immortalare armato di frullino a segare qualche impianto abusivo. Demagogia o battaglia civile?
La stessa giunta tuttavia sembra avere un atteggiamento ambivalente. Pochi mesi dopo il piano, arriva il rilancio del bike sharing, servizio fiorente in tutte le capitali mondiali e tristemente affossato a Roma. Ma che c'entra? Le nuove biciclette le pagano i privati avendo in cambio spazi pubblicitari per la città. Dalla padella alla brace. A nulla valgono le raccolte firme, le proteste, le manifestazioni.
http://archiviostorico.corriere.it/2011/giugno/21/Car_bike_sharing_nuova_mobilita_co_10_110621011.shtmlInfine, poco prima della tragedia di via Tuscolana il caso arriva in Parlamento. La Melandri sollecita il ministro per i beni culturali Galan a intervenire con un'interrogazione.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/10/30/news/cartellopoli_il_caso_finisce_in_parlamento_gravi_rischi_per_la_sicurezza_stradale-24121505/
E adesso un trentenne di cui nessun giornale pubblica il nome è morto.
Schiantato contro un cartellone abusivo che sarà valso migliaia di euro a chi l'ha piantato e forse anche a chi ha fatto finta di non vedere l'abuso.
Così poco vale la vita umana?
Complimenti Bel titolo!
RispondiEliminaS.