venerdì 8 marzo 2013

La via Giulia che piace ai residenti, o forse no

ovvero come difendere l'indifendibile

Ve la ricordate? Probabilmente no. Ed è comprensibile. Io per esempio non ci andavo mai tanto era lo schifo che mi suscitava. E' via Giulia prima che gli scavi per il parcheggio portassero alla luce le "stabula" (stalle) utilizzate per il ricovero dei cavalli del Circo Massimo. Osservate le foto. Le auto in sosta selvaggia, la spazzatura, le lasagne di cartelli abusivi, i motorini sui marciapiedi, i cartelli stradali devastati. Guardate la terza. Una baracca col tetto di lamiera fa da "quinta" alla famosa strada gioiello del rinascimento. Le auto sono parcheggiate proprio sotto il cartello di divieto di sosta e fermata, incuranti. La signora con il passeggino è costretta a passare pericolosissimamente in mezzo alla strada. E poi ancora le tag, le ringhiere arrugginite, le erbacce. A voi piace via Giulia così? Evidentemente piace ai residenti e a Italia Nostra: una via tranquilla (ovvio visto lo schifo che tiene lontani turisti e romani) da usare come comodo parcheggio. Dobbiamo arrenderci a questo schifo, alla violenza di questi Signori che vogliono continuare a umiliare un patrimonio dell'umanità per i loro porci comodi? Forse no. Tutte le soprintendenze hanno dato parere favorevole al project financing per la riqualificazione basato sugli studi dell'architetto Cordeschi che prevede la musealizzazione e apertura al pubblico del sito archeologico, il parking sotterraneo, degli spazi per conferenze e un ristorante. Insomma finalmente si renderebbe civile e attrattivo un luogo disertato ingiustamente dai turisti. Il tutto a spese della società che costruisce l'intervento, ripagandoselo includendo nell'edificio un albergo e delle residenze. Un edificio che riporterebbe la via alla sua unitarietà, perduta con gli sventramenti fascisti. Un edificio di pregio, pensato come una sorta di museo en plein air, con inserti antichi sulle facciate, come si faceva nel '400. Certo si poteva procedere con un concorso internazionale è vero. Ma ora l'occasione di fare qualcosa di qualità e di fruizione pubblica a spese dei privati non va lasciata scappare. In realtà un confronto informale ci fu, tra le proposte di sette architetti di fama. I residenti preferivano una fila di alberi a coprire i resti. Così da poter continuare a parcheggiare indisturbati. Ma ora sono smentiti dalle soprintendenze e annunciano battaglia. Non sono tutti così egoisti però. Le parole di Paola Cipriani, presidente dell'associazione "Amici di via Giulia", al Corriere lasciano ben sperare: "Avevo votato per una grande area verde ma ora che ho visto il progetto mi sono convinta che è l'ideale per via Giulia, la strada sarà pedonalizzata e rifatto il manto stradale. Le costruzioni? Necessarie perché la soprintendenza vuole un museo di 2.500 mq. Così la società costruttrice risistemerà l'area. E per la prima volta c'è l'ok di una soprintendenza".





9 commenti:

  1. Scommettiamo che dopo aver realizzato quella schifezza le auto in sosta vietata su via Giulia resteranno al loro posto? Scommettiamo che dopo il lavoro non si vorrà pedonalizzare un bel niente e neanche eliminare un solo posto auto in superficie, come è successo a Via di Ripetta e sempre a Roma ogni volta che si costruisce un parcheggio? Perché questo intervento dovrebbe essere necessario per la pedonalizzazione di Via Giulia, visto che volendo sarebbe sufficiente l’acquisto di un cartello di divieto di transito da mettere all’inizio della strada? Vogliamo anche chiederci quali poderosi lubrificanti abbiano oliato gli arrugginiti meccanismi delle soprintendenze? Stiamo parlando di quegli stessi organismi che pongono il veto alle catenarie dei tram perché deturperebbero il centro storico. I palazzinari e le automobili sono state la rovina di questa povera città. Questo intervento ne è un esempio perfetto: palazzinari e automobili. Non c’è davvero altro sotto. Chiaramente il tutto declinato in chiave moderna ed un po’ più accettabile. Così si può far finta che sia un intervento di riqualificazione, quando alla fine stiamo parlando solo di far costruire appartamenti e box auto nel centro di Roma. L’ennesimo sfregio per questa povera città.
    Francesco

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  2. Punto primo. E' un intervento di riqualificazione. Ma le hai viste le foto? Ci rendiamo conto?!? Punto secondo. A Roma comandano le lobbies, hai ragione. Hai citato via di Ripetta, che molti volevano pedonale, ma che la lobby dei commercianti capeggiati dal macellaio Annibale e di molti residenti ha voluto lasciare allo stato di barbarie attuale con la scusa che senza poter lasciare l'auto in doppia fila non avrebbero venduto più. Siamo in mano a questa gente. Lo stesso stanno facendo i ricconi di via Giulia. Il patrimonio dell'umanità deve rimanere appannaggio dei loro Suv. Quindi se via Giulia rimarrà una rimessa a cielo aperto sarà colpa loro e di una amministrazione che gli da retta. Se la società che costruirà il parcheggio è un minimo intelligente sa che per vederlo riempito ci sarà bisogno di impedire la sosta selvaggia. Certo ci guadagnerà dalla vendita delle case e dell'albergo. Ma restituirà alla città un sito archeologico unico, un urban center e la chiusura di una ferita di degrado che ha resistito per quasi 100 anni essendo un comodo parcheggio a sbafo per andare in centro. Lo vuoi chiamare sfregio palazzinaro? Allora come le chiameresti le palazzine di Caltagirone sparse a macchia di leopardo su tutto il nostro Agro Romano? Dov'erano i paladini del paesaggio quando Veltroni approvava un PRG tanto nefasto? Qui c'è un intervento che porta qualità urbana. Se non piace si indica un concorso di idee. Ma si ponga fine a una violenza di pochi nei confronti del mondo.

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    1. Le foto le ho viste. Anzi, faccio sommessamente notare che nel meraviglioso rendering dell’opera si vedono le auto che corrono su via Giulia, quindi fatico a comprendere in cosa consista la riqualificazione. Costruire dei box per cercare di stipare altre auto nel già massacrato centro di Roma sarebbe riqualificazione? Un albergo con ristorante e appartamenti, destinati ad essere esclusivamente serviti da traffico automobilistico privato sarebbe un intervento che porta qualità urbana? Il paragone con le palazzine di Caltagirone sparse nell’Agro Romano è pertinente, perché la filosofia è la stessa. La casetta, appollaiata sul box con dentro la macchinetta. Mi spiace, ma davvero non capisco come si possa associare interventi necessari e sacrosanti, come la costruzione della Metro C, con la costruzione di appartamenti per cafoni arricchiti, che vogliono abitare a via Giulia, ma non vogliono rinunciare al SUV incollato al sedere. In pieno XXI secolo a Roma si insiste con il modello fallimentare degli ultimi 50 anni: automobili, automobili e ancora automobili. In tutto il mondo hanno capito che l’automobile privata in città crea solo disagi e stanno cercando di allontanarla dal centro delle città, ma noi siamo i più dritti di tutti e insistiamo. Chi sogna una città con più TPL, più biciclette e meno automobili a Roma perde sempre.

      Francesco

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    2. Caro Francesco, vorrei precisare una cosa. Il nostro fine è il medesimo. Una città con più tpl, più bici e meno auto. Se un sindaco illuminato impedisse a qualsiasi autoveicolo di sostare in via Giulia e trovasse i fondi per rendere visitabile il sito archeologico io sarei il primo a gioirne. Il problema è che la nostra è una guerra tra poveri. Oggi via Giulia è impraticabile ai pedoni e alle bici. Ed è orrenda, sfregiata. Così come via di Ripetta. Io, come te probabilmente, penso che chi viva nel centro di Roma possa e debba fare a meno del mezzo privato. Eppure hai visto cosa è successo al minimo accenno di pedonalizzazione. Una sollevazione che nemmeno in tempi di guerra. Loro vogliono le auto questo è il punto. Le auto sotto casa e in mezzo alle strade. In mezzo alle strade patrimonio dell'umanità. E io dico no. Roma deve essere salvata da questa prepotenza. Nel resto del mondo che tu citi, e te lo dice uno che ha girato il mondo, le auto non le hanno fatte sparire con la bacchetta, ma semplicemente messe sottoterra. A parigi ci sono parcheggi interrati ovunque in centro, persino davanti Notre Dame. Lo stesso a Madrid e Londra. Se vuoi vivere a via Giulia o rinunci all'auto o ti compri un box. E intanto io ti pedonalizzo la strada. Restituendola alla città e ai turisti. Non vedo speculazione in questo. Vedo un guadagno di tutti. Ora sappiamo che il comune non ha i soldi per tutto questo. Quindi c'è un privato. Costruire qualche appartamento in via Giulia è molto più auspicabile che realizzare interventi come quelli che Alemanno si appresta ad approvare, continuando a spargere palazzine nell'agro romano, lontane da servizi e mezzi pubblici. E chiaro che al contempo si devono attuare tutte le politiche necessarie a liberare le strade del centro dalle auto, con isole pedonali, congestion charge, arredo urbano e parcheggi interrati. Così chi decide di vivere lì sara' disincentivato all'uso dell'auto. E magari si prenderà una bici. Quello che mi fa imbestialire è che tutti coloro che oggi gridano allo scandalo per questo intervento non fanno altro che far vincere il partito dei prepotenti e dei suv. Che poi se ben guardiamo sono le stesse persone. Guarda caso il presidente di Italia nostra vive proprio dove è stato impedito di creare una terrazza pedonale sul Tevere. E probabilmente continua a parcheggiarci sopra indisturbato. Tutti i difensori dell'ultim'ora di Roma per anni non hanno fiatato di fronte alla situazione vergognosa di via Giulia e tantissime altre strade del centro. Perché gli fa comodo così. Quindi per me chi si scaglia contro questa proposta sensata, di qualità e interesse pubblico, che poi potrà essere architettonicamente migliorabile, sta dalla parte dei suv.

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    3. Io però trovo assurdo che si possa difendere un sistema fallimentare di fronte all’evidenza dei numeri. A Roma siamo arrivati a qualcosa come 2 milioni di automobili, una per ogni adulto in grado di guidare. Nelle città che hai menzionato le auto in rapporto agli abitanti sono tra la metà e un terzo. Quindi se le loro strade non sono intasate di lamiere evidentemente non è perché hanno messo sottoterra le auto, ma proprio perché le hanno fatte sparire. Quelle auto non ci sono. Gli abitanti di quelle città non le hanno comprate, risolvendo alla radice il problema di dove infilarle. A Roma invece di intervenire sulla mobilità ci siamo inventati il piano urbano parcheggi, tanto per far finta di affrontare il problema. Vent’anni a scavare come dei folli seminando cantieri per la città. Un numero di cantieri che sarebbe stato sufficiente a realizzare 4 linee di metro solo per sistemare poche migliaia di auto (il 1-2% del nostro mostruoso parco auto?). 20 anni persi a far finta di svuotare il mare con il secchio, solo per alimentare nella testa del romano la convinzione che il problema sia la mancanza di parcheggi, non il numero assurdo e insostenibile di automobili. Penso che il modello Roma andrebbe studiato nelle università del mondo per dimostrare quali situazioni mostruose possano nascere quando un città viene amministrata per decenni senza alcuna cura per l’interesse pubblico. Decenni di espansione disordinata per inseguire gli appetiti dei costruttori e decenni a costruire tangenziali, sottopassi e altre infrastrutture demenziali solo per assecondare il desiderio del romano di girare da solo dentro alla propria vettura. Quando finalmente ci si arrende all’evidenza che la situazione è insostenibile, invece di imporre soluzioni logiche, ma impopolari, si coglie l’occasione per speculare un altro po’ senza voler risolvere nulla.Per quanto riguarda poi la riqualificazione che deriverebbe dalla costruzione di questi parcheggi, sto ancora aspettando di vederne un esempio decente, dopo decine di parcheggi costruiti senza alcun miglioramento per le zone dove sono stati realizzati. Cmq non voglio convincere nessuno. Direi che ognuno resta con le proprie convinzioni e purtroppo entrambi restiamo con questa città invivibile. Continuassero pure a costruire parcheggi per altri 20 anni,tanto ridurre questa città peggio di così e impossibile.


      Francesco

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    4. Neanche io voglio convincere. Ma non mi piace lamentarmi e basta senza argomentare una visione. I PUP non sono la soluzione. Su questo siamo d'accordo. I PUP non sono l'UNICA soluzione. Questo è il mio punto di vista. All'estero funzionano in combinazione con una efficiente rete di trasporti pubblici e con politiche di limitazione dell'accesso delle auto. Parigi e Londra sono congestionatissime di traffico. Ma non per via della sosta. Il problema della sosta selvaggia a Roma è ampiamente sottovalutato. Non solo è un pericolo per tutti gli utenti "deboli" della strada ma soprattutto dimezza le capacità delle nostre strade di smaltire il traffico il che significa più inquinamento, maggiori tempi di percorrenza e mezzi pubblici in ritardo innescando una spirale che paradossalmente favorisce ancora l'auto. L'obiettivo zero di Roma deve essere la lotta alla sosta selvaggia: multe, paletti e parcheggi interrati? Dici che non riqualificano? Piazza Gentile da Fabriano e Piazzale delle Muse dimostrano il contrario. Da soli non bastano certo. Bisogna scoraggiare fisicamente la sosta selvaggia riducendo la larghezza delle carreggiate e usando un arredo urbano consono. Tutte cose che costano. E che i PUP possono rendere gratis grazie agli oneri concessori. Si dirà, ma vengono usati in altro modo e non per riqualificare le strade. Ecco. Quanto mi piacerebbe un comitato che lotti strenuamente affinché i soldi degli oneri concessori di un pup siano spesi per riqualificare le strade. E invece no. Lottano contro il PUP tout court. E perché Francesco? Perché non vogliono che siano loro sottratti i preziosi posti gratis in superficie: sugli scivoli per disabili, in doppia fila, sulle strisce pedonali, sopra le radici degli alberi che vogliono salvare, sulle aiuole. Quindi ben vengano i comitati No-PUP-SENZA-RIQUALIFICAZIONE. Li chiamerei così. Purtroppo invece si chiamano NO-PUP-SI'-ALLA-SOSTA-SELVAGGIA. Mettiamo anche l'ipotesi di non voler più fare i pup. Ok, puntiamo tutto sulla mobilità sostenibile. Hai mai visto una manifestazione PRO METRO? Io no. Invece ne ho viste tante contro. La metro fa chiudere i negozi, la metro toglie posti auto, la metro fa crollare i palazzi. Gli stessi giornali che in questi giorni si ergono a difensori del patrimonio capitale hanno dato voce alle polemiche più becere e strumentali contro la metro. Fatti un giro a Viale Libia. Per carità all'inizio la B1 funzionava male ma adesso tutto sommato va. La sosta selvaggia regna ancora sovrana. Nulla è cambiato. Se non si opera in sinergia non cambierà mai nulla. PIù trasporto pubblico, più lotta alla sosta selvaggia. Insieme. Altrimenti non cambierà davvero mai nulla.

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  3. Ai residenti di via Giulia, o meglio di tutto il centro storico, piace o meglio accettano quello scempio pur di non veder arrivare la metro dalla periferia.....

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  4. Silvana Donataccio8 marzo 2013 alle ore 16:48

    Tra le tante cose che auspico di non sentire e leggere più c'è l'immanchevole e lamentoso rituale sulla "colata di cemento" riferito a qualsiasi proposta d'intervento all'interno dei centri abitati; ormai siamo all'assurdo che viene contrastata qualsiasi realizzazione, dall'impianto sportivo (Prima Porta), alla metro C (centro storico).
    Vogliamo invece dire che, in assenza di contrapposizioni dirette, il vero dramma è il "consumo di suolo" fuori dei centri abitati e che se vogliamo contrastare questo fenomeno dobbiamo innovare la città all'interno di essa; la riqualificazione urbana è impedita anche dall'azione complessiva dei cosiddetti "comitati", mossi da interessi diretti e supportati da una stampa spesso incolta che agisce come megafono, talvolta interessato, dei comitati stessi; tutto ciò favorisce il declino e produce un danno a tutta la città.

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  5. Basterebbe che gli inetti vigili urbani facessero il lavoro per cui vengono pagati, ad iniziare da loro comandante.

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