mercoledì 27 marzo 2013

Un tram chiamato campagna elettorale

E' l'ultima nonché unica carta da giocare per Alemanno sul tema delle infrastrutture. L'unico progetto lanciato dalla sua amministrazione in questi 5 anni e realizzato nell'arco della consiliatura. L'unico che, guarda caso, dopo anni di immobilità si concluderà proprio a ridosso della scadenza elettorale. Parliamo chiaramente dello spostamento del capolinea del tram 8. La fretta è tale che prima ancora di completare le nuove rotaie per il capolinea di Piazza Venezia e attestarvi il servizio si pensa bene di limitare il tram a Piazza Cairoli, ancora più distante dal centro, per poter smantellare i vecchi binari di fronte al teatro argentina e creare l'area pedonale, realizzando così il piccolo sogno ideologico alemanniano: rotaie, brutte, via! Dunque ancora una volta, come nel caso assurdo dell'Ara Pacis, il bene dei cittadini viene sottomesso alla smania di lasciare un segno, qualsivoglia ma d'impatto, nella città eterna. Si poteva scagliare contro mille abusi diversi, dalle macchine che violentano le isole pedonali ai cartelloni che impallano i monumenti, dai camion bar ai writers. Invece se l'è presa con 100 metri di binari tranviari. Deturpavano la facciata del teatro. E poi il tram a Piazza Venezia è più funzionale perché scambierà con la metro C. Peccato che Alemanno la metro C a Venezia non è riuscito  neanche a progettarla in 5 anni, mettendosi in mano ai palazzinari più spietati per pagarla. Dunque l'interscambio ci sarà forse, se tutto va bene, tra 15 anni. Quello che invece non ci sarà ne domani ne mai più è la possibilità per l'8 di scambiare con la Termini Vaticano Aurelio o TVA. E anche portarlo a Termini, come prevedeva il progetto originario sarà molto difficile. Bisognerebbe passare di fronte al Vittoriano con i fili e i pali per l'alimentazione aerea. Se il tram dava fastidio di fronte a un teatro figuriamoci lì. Tutto questo non ve l'hanno detto però. Quando hanno deciso di buttare 100 metri di rotaie vi hanno convinto che un bel marciapiedone, che si riempirà di suv motorini bancarelle e caldarrostai in men che non si dica, fosse la soluzione migliore. E' andata così. Ormai i lavori sono quasi terminati su via delle Botteghe Oscure, più indietro invece a Piazza Venezia. Il sogno di una rete tranviaria nel centro si fa sempre più labile. Speriamo che il prossimo sindaco abbia soluzioni più convincenti. O faccia meno danni.

13 commenti:

  1. Ho sempre detto che era una cazzata senza alcuna logica e uno sperpero di denaro pubblico smantellare i binari di fronte al Teatro Argentina.

    Non mi meraviglio che alemanno mo abbia fatto.

    Mc Daemon

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  2. Ho sempre pensato che il capolinea delle linea 8 a piazza Argentina fosse un grave errore e danno per la piazza e per il teatro.
    La critica ad Alemanno sulla mobilità va fatta per la mencanza di idee, di programmi e di realizzazioni. In questo caso lo spostamento a piazza Venezia appare come un ultimo tentativo per fare qualche cosa che in ogni caso non modifica il giudizio su questo sindaco.
    La critica deve essere rivolta verso la mancanza di una pur piccola idea per rilanciare il trasporto pubblico su tram nel centro storico, anche ripensando al vecchio progetto di Termini, Vaticano, Aurelio. Altro è solo piccola polemica.

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  3. Analisi perfetta. L'ultimo tentativo di fare del male a questa povera città sabotando la rete tranviaria. Un progetto di una stupidità tale poteva essere concepito solo da questa amministrazione di inqualificabili. Per fortuna che l'agonia è quasi finita. Anzi, mi sa che prima ancora delle elezioni ci penserà la magistratura a liberarci del peggior sindaco della storia. Si fossero sveglati prima magari ci saremmo risparmati quest'ultima cretinata.

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  4. Il capolinea dell'8 a Largo Argentina era un danno nel caso i binari non avessero proseguito verso Corso Vittorio e il Vaticano.
    Dunque ora il danno c'è, anzi è doppio: si smantellano binari praticamente nuovi che sarebbero stati fondamentali per un futuro "allaccio".

    Mc Daemon

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    1. Il danno è stato determinato all'inizio da un marciapiedi di 3 metri all'uscita del teatro e dal fatto che quest'ultimo non ha più una continuità con l'area archeologica. Basta girare il mondo per comprendere che le esigenze trasportistiche sono valide se sono a supporto dell'assetto urbano non viceversa. Se, come auspico, si dovesse riconsiderare il progetto TVA, l'allaccio tra questo e la linea 8 dovrebbe essere realizzato in modo diverso rispetto a quanto pensato in passato.

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    2. Giro il mondo da 10 anni ma non riesco a capire cosa intendi.
      Prima c'era una soluzione concepita per una futura espansione in direzione corso vittorio, via nazionale e termini senza nuocere a piazza venezia.
      Il teatro era separato dall'area archeologica all'inizio dalla strada automobilistica, in seguito dai binari del tram e oggi di nuovo dalla strada automobilistica.
      Quindi siamo ritornati al punto di partenza degli anni'30 senza aver risolto un problema di ricucitura e però avendo buttato via un sacco di soldi di binari già messi e castrando un importante progetto urbano.
      Sinceramente tra il far passare un tram davanti al teatro in 100 metri e far passare lo stesso tram davanti a San Marco, Vittoriano e Palazzo Venezia, beh, non so cosa possa nuocere di più al tessuto urbano...

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  5. ... e cioe' dove ?


    Mc Daemon

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  6. ...tra l'altro il teatro non ha mai avuto continuita' con l'area archeologica.

    Mc Daemon

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    1. Purtroppo parliamo due lingue diverse; le soluzioni ci sono quando si conosce il contesto ed è chiaro l'obiettivo.

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  7. si parliamo due lingue diverse.

    Obiettivo : far arrivare finalmente il tram a S. Pietro(e, magari a Termini): dove allacciamo il percorso dell'8 a Corso Vittorio ?
    Conosco il contesto da quando sono nato.

    Saluti

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    1. Caro Anonimo la tua visuale è ristretta e rigida.
      Quindi riconfermo che parliamo lingue diverse perchè ti manca la possibilità o il desiderio di imparare e, per chiudere, i saluti te li do io.

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  8. ..tanto di cappello alla tua visulae cosi' ampia ed elastica...

    I problemi in una realta' complessa e malgestita come Roma si possono affrontare solo con proposte concrete. L'aria fritta non serve a nulla...

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  9. Il tracciato è sbagliato da Ponte Garibaldi. Il doppio binario lato Ministero Grazia e Giustizia fu la fine della guerra Ministero VS Commercianti, vinsero questi ultimi, il risultato fu V. Arenula mostruosamente ridotta ad unica carreggiata a senso unico. Il capolinea davanti al teatro fu dichiarato "provvisorio" (la banchina non fu mai realizzata, infatti rimase sempre "provvisoria"). La concezione "Radical-chic" del teatro non vuole il tram (da morti di fame) vuole ampio parcheggio per andare a teatro con SUV e pelliccia.
    Il progetto originale prevedva il doppio bianrio al centro di V. Arenula, l'accostamento sul lato Area Sacra (ben distante dal teatro) e il cosiddetto "Triangolo" di fronte alla Feltrinelli per permettere tuutti i i tipi di connessione (Casaletto/S. Petro, Casaletto/Termini, Termini/S.pietro. Il doppio binario diretto a termini sarebbe dovuto passare di fronte Palazzo Grazioli, con "marciapiedizzazione alla francese" (allargamento dei marciapiedi e divieto di transito a qualsiasi mezzo gommato escluso SOS, come succede in 24 città della Francia che dal 1985 sono ritornate al tram, periferia di Parigi compresa...)
    Vi immaginate un paio di binari di fronte al Palazzo del Re? che nel 2009 fece sopprimere la fermata del bus per "motivi di sicurezza?".
    Il risultato è quell'obbrobrio del nuovo capolinea, quella base di lancio missili, ovvero la cosa più oscena in 30 anni che studio, per passione, il TPL a Roma.

    Tramvinicyus

    Studioso e appassionato di Trasporto Pubblico Urbano dal 1982

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