Non gli è mai andata giù. Forse perché è l'unico segno forte lasciato da Veltroni nel centro di Roma. Una presenza scomoda e un concorrente impossibile da superare in tempi di crisi e di soprintendenze molto più rigide. Quindi ha cercato da subito di demolirla, di smontarla e ricostruirla in periferia. Ma tutti sapevano che era una alzata di testa. L'ha lasciata stare per qualche anno, poi ha ritirato fuori il progetto del centro sinistra per il sottopasso del lungotevere e la piazza pedonale, già accantonato dalla stessa giunta di centro sinistra per difficoltà tecniche, con l'aggiunta dei parcheggi che l'avrebbero reso a costo zero. Ma quello che premeva ad Alemanno non era certo togliere le auto accanto al monumento o riqualificare l'orribile passeggiata di Ripetta o creare uno splendido affaccio pedonale sul Tevere. No. Il sottopasso gli avrebbe permesso di realizzare il suo sogno. Abbattere il muretto esterno del museo che a detta sua copre la vista sulle chiese barocche. Insomma poter sfregiare almeno un poco l'opera del suo acerrimo nemico. Anni di controversie ed ecco che il sottopasso viene accantonato di nuovo. Stavolta per sempre. Ma la fissa del muretto resta. Così si cerca un'altra scusa qualsiasi e quale migliore se non una dal sapore della restaurazione degli antichi splendori? Bisogna spostare la fontana dei naviganti che proprio a pochi passi dall'Ara Pacis se ne sta effettivamente relegata in una posizione non certo di spicco. E bisogna piazzarla "sopra" la fontana moderna di Meier. Abbattendo il muretto, si capisce. Doppio sfregio mascherato da restauro filologico. Niente di più subdolo. Al modico prezzo di 1,4 milioni. Eppure la soprintendenza non c'è cascata. E anche stavolta ha detto no alla doppia fontana come apprendiamo da un articolo del Corriere. Rimane in piedi solo l'ipotesi abbassamento del muretto, per soli 800 mila euro.
Riuscirà il sindaco demolitore a lasciare il suo segno sull'opera più contestata della Roma Contemporanea entro la fine della consiliatura? Noi ci e gli auguriamo di no.
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