mercoledì 14 marzo 2012

Ponte della scienza (il brutto)


stato: in costruzione
uso: ciclopedonale
costo: 6,6 mln
durata cantieri: 2008-2013

E' stata varata da pochi giorni la campata centrale di questo ponte ciclopedonale (qui la mappa) in acciaio e cemento che, nelle intenzioni del comune, "consentirà di congiungere la pista ciclabile gia esistente che cosi permetterà di arrivare da Castelgiubileo all’Eur. Il ponte, che verrà ultimato nel maggio 2012, ha la finalità di collegare la zona ostiense con il lungotevere papareschi- gassman, rappresentando un unione tra le zone della città del gusto, di viale marconi e del teatro India e l’area dell’università Roma Tre, dell’Accademia nazionale d’arte drammatica e della città dei giovani.". Peccato che sia tutto falso. Chi conosce la zona sa bene che il ponte va da una zona semi deserta (la sponda marconi) al nulla più assoluto. La riva ostiense è un luogo abbandonato, pericoloso e per niente frequentabile, pieno di rifiuti e bivacco di senza tetto, nonche' retrobottega di attività da baraccopoli anni 50. Chi volesse veramente avventurarsi dall'università al teatro india come negli auspici dell'amministrazione sarebbe costretto a un giro lunghissimo di almeno 2km passando nei pressi del ponte di ferro che già collega (seppur malamente viste le dimensioni) le due sponde, a suo rischio e pericolo. Stiamo dunque per inaugurare una delle opere più inutili di Roma, costata 12 miliardi delle vecchie lire. E non è stata nemmeno una passeggiata. Progetto veltroniano, dall'apertura dei cantieri ci sono voluti quattro anni, lo stop dei lavori per un anno dovuto all'inadempienza della ditta appaltatrice (la Ati-Toriello Aniello) che ha costretto il comune a revocare l'appalto e affidarlo a qualcuno più competente (la Maeg), e le numerose piene del tevere. Come siamo arrivati a tutto cio'? Marconi e Ostiense sono forse il quadrante della capitale più rivoluzionato dal punto di vista urbanistico, con le migliori intenzioni. Far rinascere un distretto industriale con terziario, università (Roma 3), funzioni pregiate (la città del gusto), culturali (il teatro india), artistiche (la centrale montemartini) e d'intrattenimento (la città dei giovani). Il ponte si inseriva perfettamente in questo contesto. In particolare, l'area del gazometro su terreni Italgas, simbolo del quartiere, su cui sbarca il ponte, doveva diventare una Città della Scienza (da cui il nome del ponte). Secondo questo articolo di Repubblica i lavori sarebbero dovuti cominciare nel '99! Tredici anni dopo  non c'è nulla. Se non un muro, una zona invalicabile che di fatto separa la via ostiense dal suo fiume per 3km da San Paolo a Piramide. Dall'altro lato le cose non vanno meglio. C'è il teatro India. Accanto, sulle aree dell'ex Mira Lanza, doveva sorgere la casa dello studente su progetto di Franco Purini. Dal '99, problemi archeologici poi non se ne è saputo più niente. Resta un buco urbano. Quante persone useranno il ponte della scienza? Poche.  Tutti sanno che sarebbe stato molto più utile costruirne un altro al suo posto, anch'esso previsto dal PRG, che avrebbe unito via Fermi alla Circonvallazione Ostiense, sbloccando dal traffico un'intero quadrante. Ne parleremo nel prossimo post. Ora possiamo solo augurarci che il ponte della scienza agisca da catalizzatore per accelerare il completamento dei progetti urbanistici che lo giustificavano, anche se il terrore è che venga cannibalizzato dal degrado e dall'incuria.
Segue una gallery del cantiere e dei renderings, cliccate per ingrandire. (foto di Ingegne' e Tool2106@skyscrapercity.com)

6 commenti:

  1. Non è bellissimo in effetti, sicuramente non come quello della musica, però si sposa abbastanza bene con il contesto industriale in cui è collocato. Piuttosto mi chiedo come mai non c'è mai un euro per fare le ciclabili che servono, quelle dentro la città per chi vuole andare al lavoro in bici e poi si tirano fuori milioni per i ponti pedonali sul tevere. Per carità, se recuperano l'area sotto il gazometro diventerà un posto bellissimo, per le passeggiate della domenica però. Credo che i pochi soldi andrebbero prima spesi per migliorare la disastrosa mobilità sostenibile di Roma.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No non è brutto, in effetti mi piace, diciamo che mi serviva un appellativo per connotarlo ;) In ogni caso hai colto molto bene il senso del post, cioé le priorità con cui si spendono i soldi nei progetti, specialmente quando i soldi non ci sono.

      Elimina
  2. Comunque post molto interessante e ben scritto, grazie e complimenti. Dopo essere passato vicino al ponte in bici ero alla ricerca di informazioni, per capire se fosse stato già anticipato qualcosa circa il recupero delle sponde. E' vero che ormai qui a Roma siamo abituati al peggio, ma davvero non voglio immaginare che dopo aver speso tutti quei soldi per il ponte lo lascino morire in mezzo a quel degrado.

    Francesco

    RispondiElimina
  3. Confermo tutto, sono passato sabato pomeriggio.
    La riva ostiense è un luogo abbandonato, pericoloso e per niente frequentabile, pieno di rifiuti e bivacco di senza tetto...
    che spreco, un quartiere che potrebbe essere bellissimo.

    RispondiElimina
  4. il ponte è di fronte una nuova palazzina. il proprietario è l'università roma tre. questo per dire che della ciclabile non frega niente a nessuno o quasi l'importante è che sia pedonale

    RispondiElimina
  5. Delle informazioni molto interessanti riguardo la futura sistemazione delle sponde e il percorso ciclopedonale cliccando qui .
    Tuttavia ad oggi non si conoscono le tempistiche.

    RispondiElimina