Era ormai moribonda da tempo. La teneva in vita la speranza olimpica, sebbene non fosse stata inserita nel relativo dossier. Oggi è morta. Almeno per questa amministrazione. Lo dichiara Aurigemma a margine di un convegno sulla B1.
Da quando trionfalisticamente Veltroni annunciava l'avvio dei cantieri nel 2010 (aghahahah grasse risate) gliene sono successe di ogni. Al bellissimo progetto preliminare (scaricabile qui se vi volete deprimere un po') redatto dal promotore del project financing Condotte SpA si sono affiancate le proposte di altre due imprese concorrenti (Impregilo e Salini). Poi la gara è rimasta in stand by per i ripensamenti del sindaco, che visti tutti i problemi della metro C, voleva ridisegnare il tracciato della D in modo che non passasse dal centro. Questo avrebbe comportato l'annullamento della gara in corso e l'indizione di un altra, con perdita di tempo e denaro in penali milionarie. Si comincia quindi a parlare di soppressione di fermate centrali per evitare i problemi archeologici. Ed è così che ancora prima di nascere la linea perde la fermata nel tridente San Silvestro (di cui ieri si sono conclusi metà dei cantieri dell'orrida pedonalizzazione), ma sono a rischio anche Sonnino e Fiume. Nel frattempo si ragiona sul metodo di finanziamento, metà soldi pubblici (1,5 mld che non ci sono mai stati) e metà privati, con la solita formula del cemento-x-metro. Troppo confusa e contorta la situazione secondo l'autorità di vigilanza sugli appalti pubblici che nell'estate del 2010 blocca la gara per indagini su presunte irregolarità. Un anno di stop e alla fine la procedura di gara viene considerata legittima. Si ritorna a considerare la realizzazione per singole tratte, a partire dalla nord, vincolata dal deposito a Smistamento, fino a Piazza di Spagna. Ma ormai siamo a metà 2011, in piena crisi, di soldi pubblici non c'è neanche l'ombra, la metro C è nella bufera per i ritardi, i costi e le incertezze sulla tratta centrale, senza copertura finanziaria. Infine la bocciatura del sogno olimpico da parte del governo Monti. E una amministrazione che sulla mobilità non ha fatto altro che improvvisare o cercare di concludere progetti avviati precedentemente getta la spugna. Eppure nonostante i dubbi la metro D aveva degli obiettivi precisi. Che si fa adesso per non disattenderli completamente e lasciare marcire i trasporti nel pantano attuale? Le nostre proposte nel prossimo post!
Da quando trionfalisticamente Veltroni annunciava l'avvio dei cantieri nel 2010 (aghahahah grasse risate) gliene sono successe di ogni. Al bellissimo progetto preliminare (scaricabile qui se vi volete deprimere un po') redatto dal promotore del project financing Condotte SpA si sono affiancate le proposte di altre due imprese concorrenti (Impregilo e Salini). Poi la gara è rimasta in stand by per i ripensamenti del sindaco, che visti tutti i problemi della metro C, voleva ridisegnare il tracciato della D in modo che non passasse dal centro. Questo avrebbe comportato l'annullamento della gara in corso e l'indizione di un altra, con perdita di tempo e denaro in penali milionarie. Si comincia quindi a parlare di soppressione di fermate centrali per evitare i problemi archeologici. Ed è così che ancora prima di nascere la linea perde la fermata nel tridente San Silvestro (di cui ieri si sono conclusi metà dei cantieri dell'orrida pedonalizzazione), ma sono a rischio anche Sonnino e Fiume. Nel frattempo si ragiona sul metodo di finanziamento, metà soldi pubblici (1,5 mld che non ci sono mai stati) e metà privati, con la solita formula del cemento-x-metro. Troppo confusa e contorta la situazione secondo l'autorità di vigilanza sugli appalti pubblici che nell'estate del 2010 blocca la gara per indagini su presunte irregolarità. Un anno di stop e alla fine la procedura di gara viene considerata legittima. Si ritorna a considerare la realizzazione per singole tratte, a partire dalla nord, vincolata dal deposito a Smistamento, fino a Piazza di Spagna. Ma ormai siamo a metà 2011, in piena crisi, di soldi pubblici non c'è neanche l'ombra, la metro C è nella bufera per i ritardi, i costi e le incertezze sulla tratta centrale, senza copertura finanziaria. Infine la bocciatura del sogno olimpico da parte del governo Monti. E una amministrazione che sulla mobilità non ha fatto altro che improvvisare o cercare di concludere progetti avviati precedentemente getta la spugna. Eppure nonostante i dubbi la metro D aveva degli obiettivi precisi. Che si fa adesso per non disattenderli completamente e lasciare marcire i trasporti nel pantano attuale? Le nostre proposte nel prossimo post!
qui non si riesce a vedere la luce per la linea c figuriamoci se era possibile fare addirittura la linea d. Una città come Roma non può sperare in un avvenimento come le olimpiadi per migliorare la mobilità della città.
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